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Otto mesi al falso sacerdote con la giarrettiera

Una condanna di gran lunga più pesante delle richieste del pm. La storia...

ORVIETO - Otto mesi con la sospensione condizionale della pena. Così si è pronunciata la sentenza depositata ieri mattina dal giudice Gianluca Forlani sul falso sacerdote del Potentino accusato di simulazione di reato, sostituzione di persona e false dichiarazioni a pubblico ufficiale. Una condanna di gran lunga più pesante delle richieste del pm che, in considerazione di una "volontà grandemente scemata", per il trentenne col "vizio" di travestirsi da prete aveva chiesto soltanto tre mesi. L'uomo - V.C. le iniziali - in passato cacciato per presunta omosessualità dal seminario, avrebbe maturato una certa avversione verso i sacerdoti arrivando ad inusitati travestimenti per cui spesso sotto la tonaca indossava una calzamaglia o addirittura una giarrettiera. Ad Orvieto, e precisamente alla stazione ferroviaria, era arrivato nel 2003 quando, con tanto di tonaca e collarino, scese dal treno per denunciare, fornendo false generalità, il furto del portafogli. Un furto che in realtà non si era mai consumato. Già a partire da quella denuncia alla polfer su di lui si adombrarono i primi sospetti. Poi il suo viaggio proseguì in Liguria dove si fece ospitare da alcune suore raccontando di avere un parente ricoverato in un ospedale della zona. Le religiose non ci misero molto ad accorgersi di quanto fosse poca la dimestichezza del trentenne con le cose di chiesa. E la mascherata finì presto. Ieri, la condanna. La difesa confidava nell'assoluzione sulla base dell'atteggiamento "ludico e bambinesco dell'imputato che sembra aver recitato la sua parte alla stregua di un "gioco" se non fosse per la componente tragica e quasi grottesca dell'intera vicenda".

Pubblicato il: 16/02/2006

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