L'inquietante variante di Castel Viscardo
Dopo 26 anni la variante di Castel Viscardo è pronta. Ma per Sferracavallo sarà un dramma
Ormai è fatta. Dopo 26 anni la variante di Castel Viscardo è pronta. Costruita la rotatoria per consentire un accesso dignitoso, mancano soltanto la segnaletica e le protezioni. Lavori da un paio di mesi, anche meno. Ma non sarà un trionfo e forse è meglio per il centrosinistra locale che venga inaugurata dopo le elezioni.
Per Castel Viscardo infatti è decisamente una conquista straordinaria, che migliorerà la vita del paese. Per molti trasportatori che provengono dal Basso senese e per i camion della cava di Castel Viscardo significherà finalmente disporre di una via più diretta per giungere al piano del Paglia.
Per Sferracavallo sarà un dramma.
Il traffico indirizzato dalla variante avrà come sfogo l'imbuto della provinciale che collega Sferracavallo a Castel Viscardo. Una strada piena di curve e che diventa stretta e veloce raggiunta la zona pianeggiante, asfaltata alla fine degli anni Settanta senza rivedere la sede precedente. I sorpassi sono facilitati dal tracciato diritto, ma diventeranno molto pericolosi per la strettezza della carreggiata. L'arrivo a Sferracavallo, all'altezza del distributore Tamoil, in alcuni orari causerà un appesantimento inaccettabile.
Non è questione di pessimismo, questa è la situazione e c'è ben poco da fare.
Per costruire le strade ci vogliono anni, anche venticinque, e risposte veloci non sono possibili, nonostante l'impegno formale del Consiglio comunale di Orvieto a trovarle.
Forse l'apertura del casello Orvieto nord potrebbe alleggerire di qualcosa il traffico a Sferracavallo, ma lo appesantirebbe alle Prese. La coperta è troppo corta.
In quest'opera, da tutti auspicata e giusta, c'è qualcosa di perverso. Destina ad ulteriore disagio qualche migliaio di persone senza che si possa ipotizzare un'alternativa visibile e contemporaneamente libera un paese dall'oppressione del traffico dopo decenni di attesa.
Non si può incolpare nessuno e nessuno si sente colpevole. Non c'è speranza né vendetta, soltanto rassegnazione.
Pubblicato il: 14/02/2006