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Rilancio industriale del tessile di Bardano. Avanti piano

Risultati finora positivi dell'iter per riaprire lo stabilimento MCO, ma, afferma il presidente di Gepafin Porazzini "emerge l'esigenza di avere maggiori certezze sulla solidità dell'azienda acquirente e sull'impegno e sulla chiarezza dei contenuti del progetto industriale"

foto di copertina
ORVIETO - È un ok con riserva quello arrivato nella tarda serata di ieri dal comitato tecnico di Atiprisma al piano di rilancio industriale del tessile di Bardano. "Il comitato - afferma al termine dell'incontro l'ingegner Giacomo Porrazzini, presidente di Gepafin - ha deciso per un orientamento favorevole, ponendo, però, una serie di condizioni ai due imprenditori. Condizioni che rispondono all'esigenza di avere maggiori certezze sulla solidità dell'azienda, sull'impegno e sulla chiarezza dei contenuti del progetto industriale. Tutte condizioni che garantiscono un controllo maggiore e sono volte a migliorare la proposta per renderla accettabile ai finanziatori". Le condizioni dettate dal comitato, sulle quali ovviamente il presidente di Gepafin non è voluto entrare più nel dettaglio, saranno portate in questi giorni alla valutazione degli imprenditori. Probabilmente già a partire dalla giornata di oggi. Qualora le condizioni dovessero essere accettate dagli imprenditori si procederà alla ricapitalizzazione della società e alla diffusione del piano industriale. A quel punto l'operazione di salvataggio sarebbe compiuta: si tratta di uno sforzo economico che si aggira sui duecento mila euro, delegati per il 50 % alle banche. Solo allora inizieranno una serie di contatti tra sindacati e nuova proprietà per verificare sul campo le condizioni per il subentro e l'inizio di una nuova attività. Intanto per le settantanove operaie di Mco, che da settembre non percepiscono lo stipendio, continua a tardare la liquidazione della cassa integrazione straordinaria. La ripresa dell'attività, secondo le voci circolate, dovrebbe riguardare una cinquantina di dipendenti, con taglio, dunque, di una trentina di unità rispetto all'attuale forza lavoro.

Pubblicato il: 09/02/2006

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