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Centri storici minori. Quali "atti di innvazione" per valorizzarli

Su questo tema si discuterà venerdì 10 febbraio, alle 9.30, al Palazzo dei Sette. Ilconvegno è organizzato dalla "Sapienza" e dalla Fondazione per il Centro Studi "Città di Orvieto"

"Valorizzare i centri storici minori: atti d'innovazione". Su questo tema si discuterà venerdì 10 febbraio, alle 9.30, al Palazzo dei Sette nel convegno organizzato dal Dipartimento di pianificazione territoriale e urbanistica dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e dalla Fondazione per il Centro Studi "Città di Orvieto", con il patrocinio del Comune. 

Orvieto rappresenta il luogo ideale per discutere di "atti d'innovazione" per valorizzare l'inestimabile patrimonio culturale dei cosiddetti centri storici "minori" del nostro Paese. Lo è per le sue peculiarità ambientali ed urbane, per la sua storia, per l'esperienza di venticinque anni di gestione degli interventi finanziati con le leggi speciali per Orvieto e Todi e per la presenza, ormai consolidata, di un Master universitario che la Facoltà di Architettura "Ludovico Quaroni" dell'Ateneo di Roma ha attivato in collaborazione con la Fondazione Centro Studi. Un corso di alta formazione proprio sulla "pianificazione e gestione dei centri storici minori e dei sistemi paesistico - ambientali", unico in Italia, strettamente interrelato con il territorio al quale si vuole affiancare il costituendo Centro europeo per la valorizzazione dei centri storici minori e dei relativi sistemi ambientali ed un Corso di laurea in Architettura che sviluppi le tematiche del master, già ampiamente sperimentate "sul campo". Alla luce di questi obiettivi, assume un rilievo particolarmente significativo la partecipazione al convegno del rettore dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", professor Renato Guarini.

Perché mettere al centro di un convegno sulla valorizzazione dei centri storici minori gli atti d'innovazione?

Finora l'approccio che prevale è quello dei piccoli francobolli: piccoli comuni considerati in maniera isolata, senza tessuti connettivi, come se le aree rurali e le relative comunità fossero soggetti di "dignità" diversa dalle città.

Il convegno si propone di presentare e discutere sia le esperienze locali - spesso inserite in reti di buone pratiche europee - sia i progetti che hanno coinvolto i cittadini in processi di partecipazione condivisa.

Gli interventi legislativi in materia prevedono azioni a favore di centri storici, anche minori, ma con scarsa lungimiranza rispetto al territorio e al suo sviluppo. Altre iniziative appaiono più  settoriali e altre ancora puntano a operazioni di squisita natura immobiliare senza lasciare spazio allo sviluppo e al coinvolgimento intersettoriale.

Per questo motivo è nata l'esigenza di focalizzare l'attenzione su atti innovativi di pianificazione e gestione dei centri storici minori.  Non si deve pensare solo alla riqualificazione fisica, al restauro dei monumenti, ma anche alla valorizzazione del territorio e della comunità locale in termini di produzione di servizi che creano rete. Solo in questo modo si producono occupazione e nuove forme di attrazione territoriale. 

Il convegno, nasce dall'esperienza pluriennale del Master in "Pianificazione e gestione di centri storici minori", che insieme alla Fondazione per il Centro studi "Città di Orvieto" e al  "Dipartimento di pianificazione territoriale e urbanistica" dell'Università di Roma "La Sapienza", ha lavorato su questo tema: in tale quadro si situa l'attenzione agli atti di innovazione e alla volontà di costituire, nella medesima Università, un Centro di ricerca  per la valorizzazione dei centri storici minori in collaborazione con la società di management culturale Monti&Taft.

Durante l'incontro sarà presentato il premio "Atti di innovazione" che verrà consegnato a Venezia nella manifestazione di "Urbanpromo 2006".

 

 

 

Pubblicato il: 09/02/2006

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