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NOTIZIE CORSIVI

Diminuisce il contenzioso al Tar dell'Umbria

Nuove procedure hanno contribuito al buon risultato. I ricirsi trattati vanno dai rapporti con la pubblica amministrazione all'edilizia all'urbanistica...

Una «spirale virtuosa» sembra essersi innescata nel contenzioso amministrativo davanti al Tar dell'Umbria che appare limitato e tende anzi all'ulteriore diminuzione.

Così il presidente del Tribunale amministrativo regionale dell'Umbria Pier Giorgio Lignani in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2006 del Tribunale amministrativo regionale .

Nella sua relazione Lignani ha spiegato che sono diminuiti di circa il 30 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti i ricorsi presentati nel 2005, 563 contro 809, e in calo «sia pure di poco» è anche il dato relativo ai fascicoli arretrati, 3.783 quelli pendenti al primo gennaio scorso contro il massimo storico registrato all'inizio del 1998 quando le cause da trattare erano 6.309. Secondo il presidente del Tar «la prospettiva di una definizione sollecita scoraggia la proposizione di certi ricorsi».

Riguardo alla diminuzione dell'arretrato, Lignani ha sottolineato che «questo buon risultato si deve anche alla possibilità di definire il giudizio nel merito durante la fase cautelare». Fra le sentenze pubbliche nel 2005 sono state una novantina quelle decise con questo «rito abbreviato». A esse ne vanno aggiunte una ventina definite con il cosiddetto «rito semplificato». Complessivamente i giudici amministrativi dell'Umbria hanno chiuso, nel 2005, 679 ricorsi contro i 563 nuovi depositati nello stesso periodo. Secondo Lignani sulla spirale virtuosa che sembra essersi innescata in Umbria hanno inciso anche «le riforme che hanno sottratto al giudice amministrativo il grosso del pubblico impiego, come pure quelle che hanno deregolamentato parecchi settori di attività o comunque semplificato le procedure e infine trasformato numerosi enti pubblici in soggetti di diritto privato». Nella sua relazione il presidente del Tar si è soffermato sulla tipologia dei ricorsi trattati. «Stranieri a parte - ha detto - abbracciano praticamente tutto l'orizzonte della giustizia amministrativa a 360 gradi». Ha quindi ricordato quelli per contratti della pubblica amministrazione (soprattutto per acquisti di forniture e servizi, meno per lavori), di concorsi a cattedre universitarie (due le sentenze di accoglimento nel 2005), elettorali, di porto d'armi per difesa personale o per caccia, di composizione degli organi collegiali di consorzi di enti locali, di autorizzazione o concessione di impianti di distribuzione di carburanti per autoveicoli. Lignani ha citato però anche quelli sull'ipotesi di concordato fiscale «chiesto da una società calcistica insolvente» (il nome non viene fatto nella relazione ma il riferimento sembra al Perugia della gestione Gaucci), quelli contro il divieto a frequentare gli stadi imposto ai tifosi indisciplinati e il ricorso riguardante la potestà di un consiglio scolastico d'istituto di autorizzare, a certe condizioni, lo svolgimento della benedizione pasquale nella scuola. «Più ovviamente - ha sottolineato il presidente del Tar - i grandi e tradizionali filoni dell'urbanistica ed edilizia, dell'espropriazione per opere pubbliche, della tutela dei beni culturali e ambientali, e del pubblico impiego per la parte rimasta alla nostra competenza». Un discorso a parte Lignani lo ha riservato alla conflittualità che deriva dai nuovi usi del territorio agricolo. «L'agricoltura tradizionale - ha detto - evolve verso due nuove forme di iniziativa economica, l'agriturismo e l'allevamento zootecnico. Disgraziatamente l'una si pone in conflitto con l'altra. Il coltivatore che ricicla il suo podere in agriturismo (o semplicemente in confortevole e pregiata residenza) non gradisce che il suo vicino ricicli il proprio in allevamento intensivo, peggio ancora se con il sovrappiù della fertirrigazione. Di qui battaglie legali senza esclusione di colpi. Quei confini tra una proprietà e l'altra, sui quali mai nessuno, in passato, aveva neppure immaginato di erigere recinzioni, oggi diventano invalicabili. Strade campestri aperte da secoli al passo pubblico - ha concluso il presidente del Tar - vengono sbarrate e se ne rivendica legalmente il carattere privato».

Pubblicato il: 08/02/2006

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