Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Palmieri. I valori della cultura contadina sono un detterrente contro la criminalità

Il presidente del tribunale Aniello Palmieri va in pensione ed in una intervista racconta la Orvieto che ha conosciuto

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Dal 1997 è presidente del tribunale. In oltre 40 anni (dal 1 dicembre 1965) di carriera in magistratura dove ha avuto umerosi incarichi, sia come inquirente che come giudicante. Da uditore giudiziario, a vicepretore a Roma, all'incarico per tre anni di sostituto procuratore ad Orvieto in cui ha retto la procura per lunghi periodi, fino al 1986, quando come consigliere fu assegnato alla sezione penale e alla sezione minorenni della Corte d'Appello di Perugia, per passare poi, dal 1989, all'incarico di consigliere dirigente di Orvieto. Incarico che ha ricoperto fino all'aprile del '97 quando, a coronamento della carriera, si sono aperti per lui i vertici del tribunale di Orvieto. Vertici che il giudice Aniello Palmieri si appresta a lasciare alla fine di febbraio in vista del pensionamento.

Presidente Palmieri, nella sua lunga carriera ha ricoperto incarichi numerosi e diversi. In quale ruolo si è trovato meglio? "Tutti gli incarichi sono stati piacevoli, perché infondo si rassomigliano tutti: tutti hanno, infatti, un unico obiettivo che è sempre quello della giustizia".

Dal suo osservatorio privilegiato, può dire di aver notato negli anni un cambiamento nel numero e nel tipo di reati, ma anche di procedure civili, che il tribunale di Orvieto ha dovuto trattare? E, alla luce di questi cambiamenti, da un punto di vista delle problematiche sociali e della criminalità, Orvieto può ancora dirsi un'isola felice? "Certamente il numero dei reati all'inizio era molto modesto. Un incremento c'è stato, specie per quanto riguarda la droga e i reati contro il patrimonio, la cui forte incidenza è, comunque, soprattutto per questi ultimi, strettamente legata al fatto che Orvieto si trova sulla direttrice autostradale. Con questo non voglio dire che la criminalità sia totalmente importata. Certamente la delinquenza è maggiore, ma continua ad essere limitata da una civiltà ancora profondamente contadina dove i valori vengono ancora tenuti in considerazione. Che poi è una caratteristica, questa, insita nella natura, nell'indole degli umbri, degli abruzzesi e dei marchigiani. Quindi, mi sento di dire che, rispetto ad altre realtà, Orvieto può essere ritenuta ancora un'isola felice".

E da un punto di vista delle pratiche civili? "C'è stato un rapido aumento delle separazioni e dei divorzi. E' una tendenza che è legata all'emancipazione, non da ultimo anche economica, della donna che tende a non sopportare più molti aspetti della via coniugale, come faceva un tempo"

Tempo addietro si parlava dell'istituzione a Viterbo, di una sezione distaccata della Corte d'Appello di Roma. Lei, presidente, che ne pensa? "Che sarebbe stato un gran bene per Orvieto, una vera salvezza per un tribunale come il nostro che è sempre in crisi per il deficit del personale.  Solo alcuni numeri: dal 1 gennaio 2004 mancano sette unità amministrative. Non c'è nessun assistente giudiziario in servizio (uno è in maternità e uno a fine mese andrà in pensione) e, in questo momento, di sei magistrati siamo ridotti a quattro, con uno assente per malattia e uno in maternità".

Secondo Lei il tribunale di Orvieto potrebbe essere a rischio soppressione? "Questo no.  E' in crisi di personale, certamente ma sulla chiusura, che sarebbe una cosa gravissima per la città, direi proprio di no.  Anche il ministro Castelli, a suo tempo, si impegnò per mantenere il tribunale.  Non voglio neanche pensare cosa potrebbe significare per i cittadini dover andare a Terni per ogni banalità. E' un servizio di primo piano da tutelare, con una sua storia, anche nobile, di vicinanza alla gente. Oltre che un motivo di prestigio per la città che è stata già sufficientemente depauperata di istituti che sono simbolici della presenza dello Stato. Penso, ad esempio, al distretto militare, alla scuola militare di educazione fisica o alla commissione tributaria di primo grado abolita ad Orvieto con la legge del 1996 che trasferiva le commissioni tributarie nei capoluoghi di provincia Si tratta, da questo punto di vista, di un progressivo svuotamento della città che contribuisce a togliere vitalità ad un tessuto economico che è già di per sé piuttosto modesto"

Un consiglio a chi riceverà il suo incarico "Essere sempre presente. Stare in sede, il che consente la conoscenza diretta dei problemi della gente e le esigenze del tribunale".  

Pubblicato il: 04/02/2006

Torna alle notizie...