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Una campana che risuona a festa per ogni bimbo che nasce

L'idea lanciata con grande successo negli anni passati dal giornalista Jader Jacobelli è stata raccolta dal vescovo di Orvieto monsignor Giovanni

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Una campana che risuona a festa per ogni bimbo che nasce.  L'idea lanciata con grande successo negli anni passati dal giornalista Jader Jacobelli sarà raccolta questo mese di febbraio dal vescovo di Orvieto, monsignor Giovanni Scanavino, che la riproporrà nell'ambito della giornata mensile di ritiro dei sacerdoti della diocesi di Orvieto Todi.  La proposta accolta, allora, con grande favore, dalla Chiesa ma non solo, di far suonare le campane a festa ogni qual volta fosse nato un bambino, avrà dunque presto un seguito.  L'iniziativa era stata, tra l'altro, oggetto di una delle ultime conversazioni intercorse, prima della morte di Jacobelli del marzo dello scorso anno, tra il vescovo e il giornalista bolognese, di elezione orvietano di Monterubiaglio. 

Il prossimo passo sarà, a questo punto, l'emanazione di un decreto apposito della Curia che istituirà formalmente l'iniziativa per tutte le parrocchie che ricadono nella diocesi.  L'idea, che ebbe, al tempo in cui Jacobelli la lanciò, una considerevole risonanza, rimbalzando anche in trasmissioni Rai, era piaciuta molto al vescovo Scanavino che si era riproposto di coinvolgere i sacerdoti. "Avevo programmato di farlo nell'incontro di ritiro del mese di gennaio che si è tenuto lunedì scorso - afferma padre Giovanni Scanavino - ritiro al quale purtroppo, però, non ho potuto partecipare, ma la questione verrà affrontata sicuramente nell'appuntamento di febbraio". "Mi pare un'iniziativa felice - commenta il vescovo - che va non solo in ricordo di Jacobelli ma si inquadra anche positivamente nell'ambito delle iniziative della diocesi che celebrano la Vita".

L'idea del giornalista, che risiedeva negli ultimi anni a Monterubiaglio, nella frazione del Comune di Castel Viscardo, nasceva dalla riflessione sul destino di molti piccoli borghi umbri che vanno progressivamente spopolandosi. È anche in questo senso dunque, secondo Jacobelli, che una nuova nascita doveva rappresentare un momento di festa per la comunità. Una festa che, come suggeriva il giornalista, può essere resa simbolicamente dai rintocchi festosi della campane, che non si capisce perché debbano solo annunciare, col loro suono lugubre, un'avvenuta morte.  E non, in maniera festosa, l'affacciarsi di una nuova vita. Il primo a plaudire all'idea fu don Marco Nunzi, parroco allora del paese, che abbracciò l'iniziativa facendo suonare le campane della chiesa per la nascita di un bimbo. Episodio che richiamò le telecamere di "Porta a porta".

Pubblicato il: 31/01/2006

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