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Molto positivo il bilancio di Venti ascensionali

La manifestazioe ha "coperto" quattro mesi della vita cilturale della città. Intervista a Massimo Achilli

Il 5 gennaio il primo Orvieto jazz day ha chiuso ufficialmente la quinta edizione di Venti ascensionali#05 o del desiderio. Apertura e chiusura in musica: dai Genesis al jazz locale

Grande soddisfazione da parte del pubblico, che ha assistito, numeroso, a tutti gli appuntamenti in programma. Grande soddisfazione anche da parte degli organizzatori, che, trovandosi a fare un bilancio, hanno dovuto constatare una crescita sia a livello qualitativo che a livello di gradimento.

Nonostante la riduzione del numero degli spettacoli, 65, contro i 95, dell'edizione precedente, in controtendenza, anche alle aspettative, è aumentato il numero delle presenze e degli abbonamenti, 12.418, contro i 9.400 del 2004.

"Siamo piacevolmente stupiti e lo stupore è anche degli artisti e degli utenti: sembra impossibile che una città così piccola riesca a tenere in vita una manifestazione che si protrae per quattro mesi e il cui livello qualitativo è alto, nonostante i pochi mezzi a nostra disposizione" afferma, con entusiasmo Massimo Achilli.

Venti ascensionali sta crescendo e si sta ritagliando una fetta di pubblico affezionata e sempre più ampia, questo in consonanza con gli intenti iniziali del Laboratorio teatro di Orvieto, di cui la manifestazione è diretta emanazione. "Da un pubblico ristretto e di nicchia, quale quello delle prime edizioni, siamo arrivati a coinvolgere, se non tutta, una buona fetta della cittadinanza orvietana quale era il nostro intento sin dagli inizi: rendere un servizio culturalmente valido alla città" continua Achilli.
Molteplici le novità di questi "Venti": più spazio per la musica, il progetto del Pozzo dei desideri, un evento unico e molto suggestivo, la collaborazione con il Cesvol, che ha portato alla realizzazione di uno spettacolo con attori diversamente abili, la nascita di una bottega per il commercio equo-solidale, ma anche il primo Orvieto jazz day che ha consentito di valorizzare il fermento culturale orvietano, a volte così trascurato

"La manifestazione ha avuto un costo complessivo di 74.000 euro, sostenuto grazie a contributi pubblici e privati. Gli incassi molto esigui sono serviti in parte a far fronte alle spese, in parte (1.500 euro in tutto) sono stati devoluti alle associazioni no-profit che sosteniamo da tempo. Del resto il costo dei biglietti, per gli spettacoli, è rimasto piuttosto basso rispetto alla media, questo in conformità con lo spirito della manifestazione (difatti, molti appuntamenti erano ad ingresso libero). Il problema è sempre lo stesso: pochi soldi da investire, soprattutto nel campo della comunicazione, e questo non fa sì che una manifestazione che non ha nulla da invidiare a tante altre, riesca a decollare a livello di immagine" continua Achilli. "Per questo 2006 si prospettano tempi piuttosto duri: i tagli imposti sui comuni dal governo centrale andranno a penalizzare i servizi offerti dalle amministrazioni ai cittadini, e, naturalmente anche Venti ascensionali ne risentiràPer il prossimo anno abbiamo già previsto una ulteriore diminuzione degli appuntamenti, che continueranno a rimanere di buon livello: questo per creare più ampio respiro e dare la possibilità al nostro pubblico di seguire, per intero, tutti gli appuntamenti in calendario. Scelta obbligata, dato il periodo di crisi che si prospetta" questa l'unica anticipazione, strappata, per gli appuntamenti del 2006, oltre alla riconferma del Pozzo dei desideri e, ad eventuali altri progetti con la partecipazione di Gabriele Mirabassi.

In conclusione un bilancio più che positivo e la volontà di andare avanti e fare sempre meglio. Un invito è rivolto alle associazioni orvietane e all'Amministrazione comunale: "L'Amministrazione comunale può fare in modo che si venga a creare una rete di interazioni fra le diverse realtà culturali orvietane, così da evitare inutili sovrapposizioni o ripetizioni. Creare una rete di questo genere sarebbe sicuramente positivo per la città che, in tal modo sarebbe in grado di offrire un consistente pacchetto di proposte per un pubblico non solo interno ma soprattutto esterno

A questo proposito potrebbe essere utile, a mio avviso, un incontro dibattito fra i diversi gruppi e associazioni che si occupano di organizzare e gestire le attività culturali orvietane al fine di creare una dimensione nuova e sempre vivace".

 

 


 

Pubblicato il: 28/01/2006

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