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Cimicchi. Il futuro di Orvieto è costruito sul mio passato. E non mollo

Stefano Cimicchi rivendica il ruolo che ha svolto in oltre vent'anni di amministrazione. E parla di capacità progettuale, di cose fatte, di compagni, di compagni di strada parricidi, di rifiuti, di democrazia. Senza peli sulla lingua...

foto di copertina

di Dante Freddi

Hai governato la città per oltre un ventennio, da assessore e da sindaco. La città è indubbiamente cresciuta al di là dei normali tassi di crescita e soprattutto si è creata una personalità come "città del buon vivere" e "città di cultura". Ora sembra che tutto sia in discussione. C'è addirittura imbarazzo ad ereditare il "Progetto Orvieto". C'è dietro una diversa posizione di politica amministrativa o soltanto un tentativo di demolizione personale?

Dissi a suo tempo che qui ad Orvieto non esistono problemi "oggettivi" per stare a certi livelli ma solamente problemi "soggettivi". Aggiungerei che qui è calzante il detto secondo cui: quando il dito indica la luna, lo stolto guarda il dito!!

Io sono solamente il simulacro e c'è ancora chi mi sogna la notte ma nella realtà l'incubo, per alcuni, è dato solamente dalla incapacità di progettare qualcosa di nuovo o semplicemente qualcosa di diverso. Bisogna partire dalle cose fatte, il banco di prova vero sta sulle cose concrete e non sulle chiacchiere. Destabilizzare e destrutturate non può essere considerata una strategia!

Elencaci le dieci realizzazioni più importanti degli ultimi "tuoi" dieci anni, quelle su cui costruire il futuro.

Subito e senza pretesa di completezza! I consigli di zona e le relative sedi in ogni frazione, il secondo ponte tra Orvieto Scalo e Ciconia, il finanziamento per il primo stralcio della complanare, il PRG che non si faceva da trenta anni, il completamento dell'ospedale nuovo che era fermo da trentacinque anni, i puc di Orvieto Scalo e di Sferracavallo, i centri sociali per gli anziani, gli impianti sportivi in tutte le frazioni più grandi, la ristrutturazione del Palazzo comunale, il rifinanziamento di due leggi speciali per la salvaguardia della rupe (per quella del '96 ho pure litigato con Veltroni che non mi ha parlato per due anni), la fondazione dell'Università di Orvieto, la riapertura del Teatro Mancinelli, la sponsorizzazione dell'illuminazione della Cappella del Signorelli, Umbria Jazz Winter, Orvieto con Gusto, Il Premio ai diritti umani e quello all'inviato speciale Barzini al quale sono molto affezionato, i gemellaggi, le relazioni internazionali, cittaslow e hydrogencities. Continuo?

Sei considerato responsabile di aver "dopato" questa città, che ora non riesce più a mantenersi le sue "dosi" e corre il rischio di ridiventare una semplice città di ventimila abitanti. È possibile mantenere il livello raggiunto di servizi? E i rifiuti possono essere ancora il mezzo?

Quando sono diventato sindaco avevo alle spalle 10 anni di associazione degli artigiani (CNA) che mi aveva portato a conoscere tutta l'Umbria fin nei minimi particolari. Avete mai sentito gli spoletini lamentarsi del Festival dei due Mondi anche se esso era chiaramente sovradimensionato rispetto alla realtà economica della città stessa? Eppure Menotti seppe attrarre risorse importanti e gli amministratori di quella città sono saliti oltre le nuvole per stargli dietro.

Gubbio, Città di Castello, Terni, Perugia e non voglio aggiungere altri, si giovano, da sempre, dei benefici di una intelligente e corretta gestione dei propri impianti ( a suo tempo quantificai i benefici che in qualche caso erano proporzionalmente molto superiori a quelli che avevamo noi). Solo qui c'è stato il silenzio e la connivenza con una azione suicida che ha messo in moto la magistratura con le conseguenze che tutti conosciamo! Senza considerare l'occasione persa del termovalorizzatore !  Chi dice che siamo una città dopata non ha avuto l'umiltà di analizzare bene le cose e considerare che non si può condannare una città di questo calibro a volare basso! Non è possibile per le sollecitazioni che giornalmente e inevitabilmente si hanno. Tra l'altro si nota una contraddizione tra chi mi vedeva troppo remissivo e chi mi ha giudicato arrogante! Domando: adesso siamo più o meno dipendenti dall'esterno?

Il periodo che definiamo "cimicchiano" è presentato, più o meno velatamente, a cominciare dal tuo partito, come un periodo oscuro in cui la democrazia ha sofferto la supremazia del "faraone".

È una ricostruzione di comodo perché alcune cose successe in questi mesi se le avessi dette o fatte io mi avrebbero impalato con l'accusa di "arroganza". Io ho avuto diverse giunte e molti compagni di strada, era impossibile non sbagliare qualche investimento. E poi ci sono diversi che hanno una strana vocazione al parricidio ed al suicidio. È più complicato gestire le risorse umane che fare le cose da soli.

Sul terreno politico poi occorrerebbe ripercorrere la storia di questi 25 anni, allora si capirebbe veramente chi ha compiuto disastri che non potranno essere mai cancellati, altro che mancanza di democrazia!. Credo fermamente che il tempo sia galantuomo e comunque io non mollo!

Visto che hai citato il mio Partito voglio aggiungere due elementi di preoccupazione. Dopo l'ultimo Congresso sono state fatte scelte di gruppo dirigente solo apparentemente di "ricambio" mentre nella realtà si è trattato unicamente di creare intorno a tre o quattro "vincitori" una fascia di tutela  costituita da persone,in parte inconsapevoli, ma comunque "legate" a doppio filo (non di tipo politico!) al "carro" dei vincitori. Io non aprirò mai una battaglia per"linee esterne" su questo, perché per me il Partito è un valore in sé, utile e stabilizzante per un contesto come il nostro se diretto con intelligenza e,  nei confronti di avvelenatori che nel tempo hanno perso i pelo ma non il vizio! se non sarò costretto a farlo per vie legali, proporrò azioni disciplinari interne (quando sarà possibile!) e non strumentalizzabili dall'esterno.

Voglio invece esprimere una preoccupazione forte per la composizione delle liste elettorali in vista delle elezioni del 9 Aprile. Qui se non si ricerca un percorso veramente unitario e di assunzione di responsabilità, con le tensioni innescate e con le candidature che verranno certamente proposte dalle altre componenti del centro sinistra, rischiamo la debacle dell'Unione con le conseguenti facilmente intuibili, a conti fatti, sugli equilibri nelle attuali maggioranze!

Tanti concittadini hanno apprezzato la tua capacità di decidere e fare e ora, spesso gli stessi, stigmatizzano i risultati che hai ottenuto. Conticelli, che ha raccontato dal nostro giornale la sua chiave di lettura dei tuoi "errori" è stato tuo avversario per oltre dieci anni, ma gli altri?  Stefano Cimicchi sa soffrire di "delusione"?

Onestamente non mi sento deluso e non devo dispiacermi di atteggiamenti ostili da parte delle persone che popolano la nostra città. Soprattutto in questi mesi ho avuto tali e tante dimostrazioni di affetto che mi hanno ripagato ampiamente delle umiliazioni subite. Per quelli che ruotano intorno al ceto politico è un altro discorso e a quel tipo di delusioni ero già vaccinato dalle esperienze passate. Conticelli può dire quello che gli pare, anche se nessuno ha mai sottolineato che mentre Lui continua a parlare di me io non l' ho fatto mai più dal 1997: A buon intenditor!

Dalle elezioni regionali stai alla finestra e i tuoi rari interventi sono molto controllati. È perché vuoi mantenere l'impegno preso di non coltivare vendette o perché pensi di dedicarti soltanto alla tua azienda agricola?

In realtà ho fatto tantissime cose in questo periodo e ancora troppo poco per la mia famiglia. Seguo lo sviluppo del progetto che porterà Orvieto ad essere pienamente città universitaria, sto lavorando al Polo Scientifico e Tecnologico e mi sto prendendo delle belle soddisfazioni con il Centro Ricerche sulla Sicurezza Alimentare e sulla associazione che promuove l'economia all'Hydrogeno.

Guardo alle vicende politiche con attenzione e non con distacco. Soffro e gioisco come sempre per le cose della mia città e della mia comunità. Lavoro in piena sintonia con l'Amministrazione comunale e con il suo sindaco, che stimo e apprezzo, e al quale auguro di affrancarsi sempre di più dai giochi politici ed entrare sempre di più in sintonia, vera e profonda, con la Sua città. Infatti si può anche arrivare ad essere un sindaco ma il problema ed il gusto sta nel diventare IL Sindaco e per ottenere ciò occorre tempo, tenacia e pazienza. Auguri!

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 16/01/2006

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