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Cala del 9% la vendita di sigarette in Umbria

Ad un anno dall' entrata in vigore della normativa sul divieto di fumare nei pubblici esercizi ed in tutti i locali pubblici

Assotabaccai regionale, aderente alla Confesercenti, ad un anno dall' entrata in vigore della normativa sul divieto di fumare nei pubblici esercizi ed in tutti i locali pubblici, stima nel nove per cento il calo delle vendite delle sigarette. In pratica - spiega un comunicato - si tratta di due pacchetti e mezzo in meno al mese per un consumatore medio che, tradotto in danaro, «significa una diminuzione di ricavo di circa 217 euro per ciascun esercizio ed una perdita, per l' erario di svariati milioni». Assotabaccai parla comunque di una «perdita meno preoccupante rispetto a quella registrata nei primi mesi del 2005, quando il calo di acquisti di sigarette era pari ad un 19 per cento circa». I tabaccai umbri si dicono «preoccupati» anche per la terza estrazione del lotto, «che non ha incrementato le giocate come si sperava ed ha solo aumentato i disagi burocratici per la categoria a fronte di un aggio invariato». I servizi, riscossione bollo auto, canone Rai, valori bollati, «hanno finito per aumentare la circolazione di denaro in tabaccheria, con la conseguente, maggiore esposizione degli operatori al rischio criminalità, a fronte di aggi molto bassi». Assotabaccai-Confesercenti dell' Umbria chiede «una maggiore attenzione da parte delle istituzioni per la categoria, visto che il tabaccaio oggi è sempre più punto di riferimento per i servizi al cittadino, con esigui vantaggi e rischi enormi sul piano della sicurezza».

Pubblicato il: 11/01/2006

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