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Tutta colpa di Cimicchi?

Colloquio con Maurizio Conticelli sul ruolo di Stefano Cimicchi e del suo stile in un decennio di vita amministrativa di Orvieto. "Paghiamo la sua arroganza politica"...

foto di copertina

Da mesi, soprattutto da quando il partito orvietano dei democratici di sinistra è stato conquistato dai fassiniani e poi dalla mancata elezione a consigliere regionale di Cimicchi, da più parti si chiede spazio al dibattito, al coinvolgimento dei cittadini, alla partecipazione. Si dice che la democrazia è stata narcotizzata per oltre un decennio e che finalmente è avvenuta una sorta di liberazione. Cimicchi, che tutti hanno sempre ritenuto personaggio decisionista ma intelligente e capace, aleggia nei dibattiti, sempre presente, mai nominato. È il "prima" rispetto all'oggi, il termine di confronto, nel bene e nel male.

Nell'ultimo Consiglio comunale dell'anno, il consigliere Giardini, AN, si è sperticato nelle lodi dell'ex sindaco, individuato come uno con gli "attributi", quello che sarebbe servito per una politica del "fare", per uno "scatto di reni" necessario nella vita orvietana per uscire dalla marginalità in cui è sempre più tenuta da Terni e Perugia.  

Del "faraone", questo il soprannome politico di Cimicchi, ne parliamo con il suo avversario più acerrimo in Consiglio comunale per quasi un decennio, Maurizio Conticelli.

"Sì, certamente Cimicchi è persona intelligente  e capace, ma lo si "evoca" per un ruolo di rottura della nostra marginalizzazione di cui è sostanzialmente responsabile. Non ci dimentichiamo che la perdita della Asl e la mortificazione del "sistema orvietano dei rifiuti" sono avvenuti sotto il suo governo. La sua "arroganza" politica è stata punita dai vertici regionali"

Che significa nei fatti questa chiave di lettura che suggerisci?

"Sanità. Perché, nel '97/98, portate le Usl da 12 a 5, era necessario arrivare a 4 e togliere quella orvietana? Credo che sia stato un atto punitivo nei confronti di quel sindaco che voleva a tutti i costi affermare il progetto del termovalorizzatore. La politica di bilancio di Cimicchi richiedeva una mole notevole di risorse, centrata sui rifiuti. Ma anche qui la sua arroganza è stata punitia. Nel 2000 ha consentito l'afflusso di rifiuti da Milano per potenziare la nostra discarica, leggermente sottotono in quel periodo. E non è un caso ma una precisa volontà politica dei vertici regionali se  che nel 2001 è avvenuta la decapitazione del sistema orvietano dei rifiuti, perfezionata poi nel 202/2003".

Sembra quasi, ora, che abbia sbagliato tutto.

"Non voglio demonizzare un avversario politico che ho apprezzato, ma si è rifugiato in un isolamento costruito con la riduzione di tessuto politico intorno a lui. Si è assunto sempre le sue responsabilità ma ha sbagliato spesso. C'è stato un momento in cui sembrava che avesse addirittura capacità  taumaturgiche, create dalla sua sicurezza che comunque tutto si sarebbe risolto. E molti ci credevano. Il risultato è che non c'è classe dirigente dopo di lui capace di offrire un governo accettabile alla città e le condizioni del Comune sono in uno stato di precarietà imputabile anche alle scelte della sua Amministrazione".

Questo giudizio è talmente deciso che potrebbe sembrare condizionato da un difficile rapporto personale durato dieci anni.

Io ho con lui un rapporto di assoluta cordialità e credo sia un atteggiamento reciproco, ma ritengo che sia più rispettoso affermare le proprie convinzioni piuttosto che partecipare al coro sotterraneo di critica al suo governo ed al suo stile amministrativo.

Pubblicato il: 10/01/2006

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