Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Una nuova classe dirigente per liberare lo sviluppo

È la grande virata che occorre secondo il presidente degli Industriali ternani, Stefano Salvati Scafidi

di Stefania Tomba

ORVIETO - "Una nuova classe dirigente che sappia sollecitare e guidare i nuovi processi di crescita il cui impianto avviene in contesti economici radicalmente diversi dal passato".  È la grande virata che occorre secondo il presidente degli Industriali ternani, Stefano Salvati Scafidi, per liberare lo sviluppo economico della Provincia.  Una virata che va verso i giovani e verso un sistema che premia la passione e la competenza.  È il messaggio forte che ha lanciato ieri in esordio all'intervento che tenuto all'assemblea degli Industriali di tutta la Provincia che hanno la scelto la Rupe per il loro incontro annuale. "Avvertiamo, invece, spesso - ha voluto denunciare Sacfidi - un'eccessiva voglia di centralismo, troppa chiusura nell'esercizio, da parte di ciascuno, delle proprie prerogative". Facilitare l'affacciarsi sulla soglia del ricambio della classe dirigente di generazioni nuove, è la risposta di Confindustria. Che punta il dito anche contro la circolarità delle nomine dei consigli di amministrazione che "procedono a volte persino sull'onda di accordi elettorali di discutibile valore etico". Mentre dovrebbero rispondere a "criteri aperti e premianti della competenza professionale e della passione civile".  

La seconda sfida lanciata alle amministrazioni è quella, in un contesto in cui le risorse pubbliche sono sempre più esigue, di facilitare il mercato accelerandone la liberalizzazione, punto nodale di un'economia competitiva. Le priorità elencate per il futuro riguardano inoltre le infrastrutture, la politica di sostegno all'economia,la conferma dell'opzione industriale, la scommessa sull'integrazione dei settori economici, l'alta formazione manageriale, l'esplorazione dei nuovi settori a tecnologia avanzata. Nel quadro tracciato il presidente ha sottolineato il contributo che è in grado di dare il territorio. In particolare, le potenzialità dell'area orvietana sono state riconosciute nella messa a regime delle risorse disponibili attraverso le politiche di filiera.  Quella dell'agricoltura-artigianato-commercio, ma anche quella ambiente-artgianato-turismo, delle nuove tecnologie-formazione-comunicazione e socialità-cooperazione-qualità del lavoro-qualità della vita.  Al centro ovviamente il ruolo da assegnare alla ex caserma Piave la cui "riconversione - ha detto Scafidi - potrebbe andare ben oltre il raggio dell'area locale".

Insomma la scelta di Orvieto e più precisamente della ex caserma per l'assemblea di ieri è stata tutt'altro che casuale, come ammesso, non senza una certa vena polemica, dal presidente Scafidi in apertura del suo intervento. "La scelta di Orvieto deriva da uno stato d'animo personale di minore entusiasmo per il contesto in cui ci troviamo ad operare - ha detto - Tenersi lontano da certi ambienti e schemi troppo familiari può servire anche a ritrovare motivi di distensione e serenità. Orvieto è, in primo luogo, una città dove ogni tanto brilla almeno la scintilla di un'utopia che preannuncia l'intuizione d qualcosa di nuovo e coinvolgente".  

Agli interlocutori bancari e delle Fondazioni è andato infine un ultimo duplice messaggio.  Sull'attività di intermediazione svolta dalle aziende di credito gli industriali chiedono "snellezza, trasparenza e coinvolgimento".  Alle Fondazioni, invece, che esercitino la loro funzione a beneficio del territorio "con occhio di riguardo sull'impatto generato dalle espressioni artistiche, scientifiche e più in generale culturali, ma anche un'attenzione agli aspetti relativi all'assetto del territorio e delle sue infrastrutture".

Pubblicato il: 16/12/2005

Torna alle notizie...