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Tornano alla luce dopo cento anni le statute del Mochi

Da un secolo dormono nei sotterranei della Cattedrale. Da gennaio saranno esposte nella chiesa di Sant'Agostino. Intanto procede la realizzazione del Museo dellìOpera del Duomo. Le foto di quando erano in Duomo

foto di copertina

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Da un secolo dormono nei sotterranei della Cattedrale.  Ma a partire da gennaio prossimo le gigantesche statue manieristiche degli Apostoli torneranno alla luce, esposte nella chiesa di Sant'Agostino.  Manca solo la firma, infatti, (arriverà martedì prossimo), sull'accordo raggiunto tra la Sovrintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici dell'Umbria e l'Opera del Duomo di Orvieto per un contratto di comodato sull'uso della chiesa di Sant'Agostino, in piazza San Giovenale.  

 

Il contratto sarà firmato dalla sovrintendente, Vittoria Garibaldi e dal presidente dell'Opera del Duomo, Francesco Venturi. Sarà, così, all'interno della chiesa duecentesca dei frati mendicanti che i tesori risalenti al Cinquecento (opera di Raffaello da Montelupo, Francesco Mochi, Francesco Toti, Giovanni Caccini, Bernardino Cametti, Pierre Franqueville, su modello del Giambologna, e Ippolito Scalza) saranno nuovamente apprezzabili dopo che, alla fine dell'Ottocento, secondo il gusto dell'epoca, vennero tolte dal Duomo per eliminare ogni traccia barocca e per "riportare la cattedrale alla sua antica bellezza".

 

I lavori inizieranno non appena chiuderanno i battenti della mostra "Arnolfo di Cambio. Una rinascita nell'Umbria medievale" attualmente in esposizione a Sant'Agostino fino all'8 gennaio.  "Si tratta di un evento di grande rilievo e per noi motivo di grande orgoglio - afferma Daniele Di Loreto, portavoce dell'Opera del Duomo - perché permetterà di esporre opere di notevole valore, per troppi anni lasciate nascoste nei magazzini, e rappresenta una prima tappa verso la realizzazione del museo dell'Opera del Duomo, in attesa che si renda disponibile il pianterreno di palazzo Soliano, attualmente occupato dal museo Emilio Greco (il contratto di locazione scade nel 2011, ndr)".  Per la primavera prossima, invece, l'Opera prevede di inaugurare le "Sale delle meraviglie", al secondo piano di palazzo Papale, restituendo al pubblico le due statue del Mochi, l'Annunciante e l'Annunciata, il Polittico di Simone Martini, la Madonna in trono di Coppo di Marcovaldo e numerose altre opere d'arte.  Si tratta dei principali impegni che la nuova amministrazione dell'Opera del Duomo aveva assunto a giugno scorso nel presentare lo stato di fattibilità dei progetti elaborati negli anni passati per la realizzazione dell'atteso Museo. Una disamina dalla quale emerse a sorpresa che il "Comitato ministeriale di settore", a cui la Sopraintendenza (nel 2000) aveva inviato il progetto esecutivo elaborato da una commissione di esperti nominati dall'allora Opera del Duomo (era il 1996) non aveva dato ancora dato il parere favorevole alla realizzazione di quel progetto. Nel frattempo, a riguardo, è giunta l'autorizzazione per la realizzazione del vano ascensore per il primo piano di palazzo Soliano.  Mentre è entro la fine del mandato che il consiglio della Fabbriceria, in accordo con la Soprintendenza, ha intenzione di ripristinare, dopo i restauri per i quali c'è l'impegno finanziario della Fondazione Cro, l'antica collocazione della Maestà di Pisano sulla facciata della Cattedrale.

 

(Nella foto, le statue quando ancora erano all'interno del Duomo)

Pubblicato il: 15/12/2005

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