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Anziani dimenticati

In "Sviluppo di Orvieto e dell'Orvietano tra radici e innovazione" presentato dai diesse, agli anziani sono dedicate nove righe su cinquanta pagine  

di Dante Freddi

La discussione sulla qualità della vita dei nostri anziani è nell'agenda dell'Amministrazione comunale, ma è in ritardo, superata da scelte più stringenti, come quella del modello di sviluppo su cui disegnare il futuro della città e del territorio.

E "futuro" è un termine che coinvolge più i giovani che gli anziani.

Non a caso nel progetto presentato dai diesse sabato scorso, è ritenuta punto centrale la "ridensificazione" del centro storico attraverso "politiche tendenti a calmierare i prezzi degli alloggi" e a "favorire una forte presenza di coppie giovani con agevolazioni mirate".

Al di là di come si possano calmierare i prezzi, utopia vagamente demagogica, e di perché si debba agevolare l'acquisto della casa soltanto alle "giovani coppie", magari certificatamene fertili, faccio presente che il 26% della popolazione di Orvieto e dell'Orvietano ha superato i 65 anni ed è in attesa dell'attenzione che gli è dovuta.

Eppure è la popolazione che ha la pensione, che arricchisce la rete di sostegno alla famiglia perché aiuta figli e nipoti, risparmia, consente una maggiore capacità di acquisto dell'intero nucleo famigliare. Gli anziani sono una risorsa straordinaria ma anche un problema che non può essere ignorato nell'immaginare il "futuro", così come tutti sembrano fare..

L'assenza di un serio "progetto" per quel 26% della popolazione da parte di tutte le forze politiche è segnale di una pericolosa miopia. Soltanto Rifondazione comunista, fino ad ora, ha compiuto uno sforzo per lanciare qualche idea e ragionare, ma è finito tutto in una conferenza stampa.

Qualche anno fa, in occasione dello spostamento a Ciconia dell'ospedale,  si discusse  sulla opportunità di costruire una casa di riposo o di accoglienza o diurno, insomma un luogo per ospitare in vecchi in una parte dei locali liberati in piazza Duomo. Gli amministratori raccontarono che "proprio lì no, ma nel centro storico qualcosa si sarebbe fatto". Quando iniziò la discussione sulla caserma Piave, di fronte alla richiesta di spazi per gli anziani di nuovo si disse che "proprio lì no, ma da qualche parte nel centro storico una struttura si sarebbe costruita". Oggi, nella proposta del partito di maggioranza relativa, importante per quanto avverrà in città, il tema terza e quarta età è sintetizzato nella "volontà" di riaprire il Piccolomini e di creare ministrutture di sostegno da distribuire nel territorio, di un diurno di 20 posti e di una casa nell'ex pediatria per ulteriori 20 posti. Oggetto di queste ipotetiche realizzazioni sono 11.500 persone con oltre 65 anni presenti nel territorio, di cui 2.700 sole e 900 non autosufficienti.  

Intanto, da mesi, è annunciato un Consiglio comunale aperto che dovrebbe produrre idee ed azioni per una politica degli anziani, ma che non potrà essere convocato finché le forze politiche che governano la città non avranno un'idea condivisa da porre sul tavolo della confronto.

 

Pubblicato il: 12/12/2005

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