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Riapertura caso Achilli. I genitori: " È battaglia per la verità"

Restano da ricostruire gli ultimi quattro giorni di vita del ragazzo sui quali poco o nulla. Potrebbe aver visto qualcosa di troppo

ORVIETO - Al centro dell'indagine che a ore starebbe per riaprirsi sul caso Achilli ci sarebbe la verifica delle dichiarazioni dei ragazzi che trovarono il corpo di Roberto senza vita, ai piedi della Rupe, il 14 novembre di cinque anni fa.  Da qui si ripartirebbe quando, già da domattina, il giudice per le indagini preliminari del tribunale dei minori di Perugia dovrebbe ufficialmente disporre la riapertura del fascicolo archiviato, allora, come suicidio.  Un suicidio che, nelle affermazioni dei due ragazzi che diedero l'allarme ai carabinieri, a pochi giorni dalla tragedia, si trasformò in omicidio. "Vi ricordate Roberto? L'abbiamo ucciso noi, l'abbiamo buttato giù dalla Rupe e poi abbiamo chiamato i carabinieri per sviare i sospetti".  Questa la frase pronunciata dai ragazzi nel corso di una festa tra il Natale e il Capodanno di quell'anno, probabilmente sotto effetto di stupefacenti.  La conversazione, confermata da altri giovani presenti alla festa, venne a galla in coda ad un'indagine per molestie telefoniche.  Ora i ragazzi negano o meglio minimizzano, dicendo che si trattava di frasi pronunciate sotto l'effetto della droga e unicamente "per far colpo sulle ragazze". Ma i dubbi restano.  Al punto che in questi mesi sono stati anche riascoltati gli investigatori che indagarono sul caso.  E molti altri sono gli interrogativi e i lati oscuri della vicenda sui quali ora potrebbe tornare a concentrarsi l'interesse dell'indagine.  Tutti aspetti per nulla marginali che avevano spinto lo stesso avvocato della famiglia Achilli, Enrico Valentini, a sottolineare come "non si tratti di una battaglia per la colpevolezza degli odierni imputati.  Ma una battaglia per la verità, in qualunque direzione essa sia".  In particolare restano da ricostruire gli ultimi quattro giorni di vita del ragazzo sui quali poco o nulla riuscirono a dire le indagini di allora e sulle quali, a questo punto, c'è il sospetto che potrebbe nascondersi la chiave di tutto.  Roberto Achilli era scomparso da casa il 10 novembre 2000.  E di lui si persero le tracce, quasi fosse sparito nel nulla, per poi ricomparire cadavere ai piedi della Rupe.  Dove è stato e con chi?  Sono gli interrogativi che si mischiano al sospetto che Roberto possa essere stato "ostaggio" di qualcuno, senza la possibilità di tornare a casa.  E magari, in quelle ore, potrebbe aver visto qualcosa di troppo che, poi, gli è costato la vita. Un'ipotesi che si fonda anche sul fatto che il corpo di Roberto in quel freddo pomeriggio di novembre venne ritrovato con indosso vestiti puliti e in condizioni tali da non poter supporre che fosse stato all'addiaccio per tanto tempo.  Eppure, nonostante in una città come Orvieto si creda di poter sapere tutto di tutti, nulla è mai emerso degli ultimi giorni di vita del ragazzo.  Anche la posizione in cui venne ritrovato il corpo del ventunenne ad una distanza "inverosimile" - secondo la famiglia - dal punto dell'impatto è un altro elemento su cui potrebbero tornare a lavorare le indagini insieme a quello degli ambienti frequentati dal ragazzo che pare, negli ultimi tempi, fosse entrato in contatto con giovani orvietani con la passione dei riti satanici.

Pubblicato il: 11/12/2005

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