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Legge sul commercio. De Sio (An) accusa il Consiglio di fare leggi 'ad personam'. E pensa ad Orvieto

Dice De Sio che " i nomi e cognomi di coloro che ad Orvieto, come a Terni potranno aggiudicarsi le due grandi distribuzioni previste in tabella sono a tutti noti, alla faccia della libertà di mercato"

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ORVIETO - Fa discutere il varo del piano regionale del commercio che ha assegnato ad Orvieto cinque mila 500 metri quadri da destinare alla grande distribuzione.  "Il nostro giudizio negativo sulla modifica della legge regionale 24 del '99 in materia di commercio assume una valenza ancor più marcata se nel dettaglio andiamo a vederne l'applicazione nel territorio di Orvieto".  A parlare è Alfredo De Sio, consigliere regionale di Alleanza nazionale e componente della commissione affari economici che ha istruito il provvedimento e che ora rilancia le accuse già mosse in aula con specifico riferimento anche alla città della Rupe.  "Non è una legge di riforma, non è una legge che liberalizza come qualcuno vorrebbe far credere; è solo una legge ad personam - riprende il consigliere di Alleanza nazionale - tant'è che i nomi e cognomi di coloro che ad Orvieto, come a Terni potranno aggiudicarsi le due grandi distribuzioni previste in tabella sono a tutti noti, alla faccia della libertà di mercato".  "Altro che favorire la concorrenza - aggiunge ancora  l'esponente regionale - in Umbria e nella provincia di Terni in particolare, si certifica con questo atto la nascita di un "cartello della grande distribuzione" che non permetterà l'evolversi di quelle dinamiche della concorrenza tipiche dei mercati aperti, un vero oligopolio sintesi del potere economico e politico della sinistra.  La scelta di Orvieto da parte della giunta regionale è fatta a stalla vuota e con i buoi a spasso senza che in questi anni l'amministrazione comunale abbia concertato un piano del commercio in grado di rispondere alle esigenze dei consumatori e degli esercenti, con l'obiettivo di aumentare l'offerta e di evitare la desertificazione del centro urbano".  "Un atteggiamento da struzzo - conclude Alfredo De Sio - che con la legge ora approvata avvantaggerà pochi (noti) a danno di molti, con conseguenze anche sotto il profilo della tenuta complessiva della qualità e della vivibilità del tessuto urbano storico".

Pubblicato il: 10/12/2005

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