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Operazione Chaos. Queste le richieste degli avvocati

Undici richieste di rito abbreviato, 4 di abbreviato condizionato, 3 di patteggiamento, 7 di rinvio a giudizio e 3 richieste di non luogo a procedere

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di Stefania Tomba

ORVIETO - Undici richieste di rito abbreviato, 4 di abbreviato condizionato, 3 di patteggiamento, 7 di rinvio a giudizio e 3 richieste di non luogo a procedere.  Questo l'esito della maxiudienza preliminare della "Cahos" che si è svolta ieri mattina a mezzogiorno davanti al gip, Gianluca Forlani, per i 28 imputati dell'operazione antidroga dei carabinieri del dicembre 2002. 

Le richieste degli avvocati - una decina quelli che gremivano l'aula Vincenzo Padova ieri mattina - saranno adesso valutate dal gip che ha già stralciato il procedimento sulla base delle diverse posizioni degli imputati, fissando due udienze distinte. Quella del 6 febbraio prossimo per i 4 giovani orvietani - 3 ragazzi e una ragazza - che, tramite gli avvocati Morcella, Marzola e Ranchino, hanno fatto richiesta del rito abbreviato condizionato, per la produzione di documenti e/o la prova del teste.  E quella del 22 febbraio alla quale, invece, è stato aggiornato il procedimento per tutti gli altri.  È in quella sede che il giudice si riserva la decisione sull'accoglimento delle richieste per quanto riguarda i riti abbreviati condizionati e le 3 richieste di patteggiamento, formulate per altrettanti ragazzi dall'avvocato Giovanni Guariglia, che, in subordine, ha chiesto il rito abbreviato condizionato.  In apertura d'udienza, inoltre, il giudice Forlani si è espresso in merito alle eccezioni preliminari sollevate nel corso della passata udienza di metà novembre. Le eccezioni preliminari che contestavano, almeno in una decina di casi, l'indeterminatezza del capo d'imputazione e le procedure con cui erano state eseguite le intercettazioni telefoniche o il mancato deposito delle stesse nei termini previsti, sono state tutte rigettate dal gip.

La maxi operazione antidroga dei carabinieri della compagnia di Orvieto scattò all'alba esatta di tre anni fa. Era, infatti, proprio il 6 dicembre del 2002 quando, al termine di lunghi mesi indagine fatte di pedinamenti e intercettazioni, una fila di 35 mezzi dei carabinieri uscì dal cortile dell'ex caserma Piave per eseguire 28 ordini di custodia. Due cittadini marocchini, considerati tra i principali fornitori dei ragazzi orvietani, riuscirono a sottrarsi all'arresto e i ragazzi in manette, con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, furono 26. Tutti, allora, di età compresa tra i 20 e i 25 anni. Le operazioni, condotte tra Orvieto, Fabro, Viterbo e Perugia, si avvalsero anche dell'ausilio di un elicottero e delle unità cinofile. I ragazzi attualmente alla sbarra non sono, comunque, tutti gli stessi arrestati nell'operazione. Per due di loro sono già arrivate le condanne, uno è morto per overdose e per altri c'è stata l'archiviazione. Mentre altri sono finiti nell'inchiesta con le intercettazioni telefoniche e gli interrogatori che seguirono agli arresti.

Pubblicato il: 06/12/2005

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