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Fondazione CRO. 'Modesta proposta per mediare" di Pier Luigi Leoni

Pubblichiamo la lettera che ci ha inviato Pier Luigi Leoni sulle vicende della Fondazione. Ci sembra un contributo importante

foto di copertina

Pubblichiamo la lettera che ci ha inviato Pier Luigi Leoni sulle vicende della Fondazione. Ci sembra un contributo importante, anche se lui l'ha titolata "Modesta proposta per mediare".

Caro Direttore,
vedo che la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto fa ancora notizia. Non mi scandalizza, conoscendo un po' la natura degli uomini, che, quando va in tilt quel vacillante flipper che è l'assemblea dei soci, scorrono rivoli d'inchiostro più copiosi di quando viene approvato il bilancio milionario della Fondazione. Ho partecipato al gioco del far mancare il numero legale non per sollazzo, ma per protesta contro il modo in cui erano stati dichiarati decaduti molti soci. Ritenevo, e ritengo, che la regola della decadenza doveva essere interpretata e applicata in modo più garantista, instaurando un contraddittorio con gli assenteisti, dopo averli invitati a dare spiegazioni all'assemblea del loro comportamento. L'irrigidimento della maggioranza dei soci meritava, secondo me, una reazione. Il prof. Bruno Cavallo ha reagito dimettendosi dall'assemblea, altri abbiamo reagito facendo mancare il numero legale. Ma il gioco, che era durato abbastanza,  è finito, perché il consiglio d'indirizzo, avendone il potere,  ha abolito il numero legale in seconda convocazione. Resta il fatto che in seno all'assemblea, nel confronto non ufficiale che si è tenuto dopo l'ultima verifica della mancanza del numero legale, sono emerse autorevoli propensioni al dialogo.

La mia modesta opinione, che in qualche modo ho cercato di comunicare agli altri soci, è che la disaffezione,  in un contesto socialmente prestigioso come l'assemblea della Fondazione, è dovuta al disagio per l'inutilità dei lavori di quel consesso, cioè alla noia. Ma è possibile uscire dall'impaludamento scegliendo i nuovi soci con saggezza, riformando il regolamento interno e mettendoci un po' di buona volontà.

I compiti dell'assemblea, secondo il vigente statuto della Fondazione, possono essere sinteticamente distinti in funzione elettorale (designazione della metà dei componenti del consiglio d'indirizzo, l'organo che ha della analogie col consiglio di un ente locale), funzione consultiva (pareri non vincolanti in materia di variazioni statutarie, programmazione e assetto della Fondazione), funzione di organizzazione (regolamento interno e nomina delle cariche interne), funzione propositiva (proposte al consiglio di indirizzo) e funzione di vigilanza (sul rispetto dei valori e dei principi ispiratori della Fondazione). Quindi l'assemblea non ha poteri di indirizzo e tanto meno di gestione, ma ha una serie di funzioni cui può essere molto interessante  partecipare coniugando adeguato livello intellettuale e culturale,  fluidità della regolamentazione  interna e pubblicità dei lavori. L'assemblea, animandone la funzione latente di palestra intellettuale  e di tribuna civile, potrebbe prestare un servizio utile alla città e al suo comprensorio  con grande soddisfazione dei soci della Fondazione, liberati dalla noia, sentimento esclusivo, ma distruttivo, degli esseri umani.

 

Pier Luigi Leoni

pierluigileoni@yahoo.it

 

Pubblicato il: 05/12/2005

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