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Il nuovo progetto Orvieto dei socialisti

Presentato ieri sera, in un convegno caratterizzato dalla relazione di Barbabella e, politicamente, dalla presenza della Bonino e di Capezzone

di Stefania Tomba

ORVIETO - È partita la sfida socialista per un nuovo "Progetto Orvieto". I riformisti dello Sdi, abbracciato da poco il nuovo simbolo della "Rosa nel pugno", l'hanno lanciata ieri, nell'iniziativa annuale del partito che si è svolta al San Francesco alla presenza dei quadri provinciali e regionali dello Sdi e delle istituzioni cittadine. Dai protagonisti che furono tra i promotori di quel progetto negli anni Settanta parte adesso, in un momento di generale crisi, lo slancio per reagire, come è stato detto, "con politiche complessive, innovative, di sistema, insomma con una logica progettuale di grande respiro". Se, come si è ripetuto per mesi, la caserma Piave rappresenta la grande opportunità che oggi ha Orvieto per rilanciare lo sviluppo del territorio "mediante uno scatto nei settori vitali del turismo, della cultura, della formazione, dei servizi moderni e di qualità", ecco che la sfida socialista non può che partire con una richiesta perentoria contro il blocco delle attività della Spa. "O si decide che l'operazione ex Piave - hanno affermato i socialisti - è realmente una priorità e ci si comporta di conseguenza mettendo Rpo in condizione di operare secondo il mandato ricevuto, oppure tutti gli altri sono solo discorsi. E la decisione ha ormai tempi quasi scaduti". Sulle linee strategiche da perseguire per lo sviluppo ecco le idee dello Sdi.

Adottare una logica di sistema. "Si dovrebbe parlare di sistema territoriale integrato in modo tale che lo sviluppo di un settore potenzi anche gli altri settori collegati e viceversa".

Avere un ruolo riconoscibile e riconosciuto. "Come nel primo Progetto Orvieto, un progetto e di rilancio dello sviluppo deve avere al centro il ruolo della città e del territorio nel sistema provinciale e regionale. Non si tratta di rivendicare posti nei cda, ma di definire regole chiare, funzioni precise, benefici tangibili. Inevitabile l'apertura di un confronto con le istituzioni, non condotto da singoli soggetti, ma dal complesso delle forze della città".

Mettere a sistema le risorse. "Con le risorse pubbliche al lumicino, le politiche di bilancio debbono migliorare la spesa per non aumentare tasse e tariffe e liberare risorse per lo sviluppo. C'è bisogno di aprire un tavolo istituzionale perché le risorse disponibili convergano sui progetti prioritari. E favorire gli investimenti privati, dando certezze e conquistando credibilità".

Stabilire le priorità. "Concentrare le risorse in punti strategici che facciano da volano all'intero sistema. Turismo-cultura-ambiente ma anche, in una visione armonica, artigianato, manifatturiero, commercio. Tra le priorità: infrastrutture e servizi telematici, adeguamento della rete commerciale, disponibilità di servizi bancari finalizzati allo sviluppo e non al puro drenaggio del risparmio".

Ex Caserma Piave. "Fare un'operazione di alto profilo capace di generare sistema, cultura dell'organizzazione, spinta all'innovazione, e soprattutto nuova e diversificata occupazione".

Se questi sono i contenuti su cui i socialisti sono poronti a dibattere sul futuro della città e del territorio, a presentare il progetto della rosa con il pugno sono intervenuti addirittura prima la Bonino e poi Capezzone, il segretario dei radicali. Presenti ad Orvieto per il congresso dell'Associazione Luca Coscioni, hanno approfittato per "saggiare" la base del nuovo sogggetto politico di cui sono parte.

Pubblicato il: 04/12/2005

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