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Cimicchi, Mocio, Mazzi di fronte al giudice

Raccolta non autorizzata di rifiuti. Il riferimento è all'attività di raccolta di rifiuti dell'isola ecologica in località "L'Arcone", svolta per anni in assenza dell'autorizzazione della Provincia

di Stefania Tomba

ORVIETO - Raccolta non autorizzata di rifiuti.  È iniziato ieri mattina il procedimento penale a carico dell'ex sindaco di Orvieto, Stefano Cimicchi, l'attuale sindaco, Stefano Mocio, e il dirigente del settore tecnico del Comune, l'ingegnere, Mario Angelo Mazzi, per l'attività di raccolta di rifiuti dell'isola ecologica in località "L'Arcone" svolta per anni in assenza dell'autorizzazione della Provincia.  Il processo fa seguito alle denunce spiccate del febbraio di quest'anno dai carabinieri del Noe che, nell'ambito di una serie di controlli effettuati ad ampio raggio su tutta la Regione, rilevarono l'irregolarità in materia di permessi.  

Ieri mattina in aula, nell'udienza di apertura del processo, sono sfilati davanti al giudice, Silverio Tafuro, i primi tre testi. Due carabinieri del nucleo operativo ecologico che condussero l'indagine, chiusa dalla Procura lo scorso mese di giugno, e un tecnico comunale.  Al centro della discussione la natura dei rifiuti che l'Arma rilevò nel blitz di febbraio.  Carta, cartone, vetro, ma anche batterie di auto, di parchimetri, frigoriferi, lavatrici, televisori, rifiuti provenienti dalla ristorazione.  E in particolare in merito alla classificazione dei rifiuti che se non "speciali", ma "urbani" - come vorrebbe sostenere la difesa, retta in maniera congiunta dagli avvocati Sergio Finetti, Francesco Venturi e Paolo Dell'Anno - non avrebbero richiesto alcun tipo di permesso.  

La mancata autorizzazione da parte della Provincia è insomma il nodo del processo, mentre, per quanto riguarda i sistemi di raccolta, i carabinieri hanno ripetuto in aula come non siano state rilevate irregolarità. Ovvero i rifiuti - come affermato - "erano tutti separati per frazioni omogenee".  Importante per la ricostruzione dei rapporti intercorsi tra la Provincia e il Comune l'escussione del tecnico comunale, il quale ha precisato come alla richiesta di autorizzazione, inviata dall'Amministrazione nel novembre del 2001, abbia fatto seguito una sospensiva da parte della Provincia, che non era in grado di rilasciare alcun permesso in assenza di criteri che aiutassero a classificare le zone idonee e non idonee per l'insediamento delle stazioni ecologiche.  Nel frattempo l'Amministrazione, nonostante la sospensiva, ha ritenuto di far proseguire l'attività della piazzola "per continuare a garantire al cittadino dei servizi che la legge indica, per altro, come obbligatori", ha affermato il teste. 

A marzo scorso, alla fine, mentre scattavano i sigilli del sequestro, la stazione ecologica, nonostante l'aera sia sottoposta a vincolo paesaggistico, otteneva i permessi. Nell'aggiornare il procedimento, comunque, il giudice ha richiesto una memoria per documentare precisamente i rapporti intercorsi in questi anni tra il Comune e la Provincia . Per la nuova udienza, fissata per le 15,30 del prossimo 16 dicembre, è fissata l'escussione di altri due testi.

Pubblicato il: 03/12/2005

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