Giuseppina Barloscio: 'Serve che la politica locale si scrolli di dosso i pregiudizi, superi il principio imposto in questi anni del " chi non è con me è contro di me ".'
Lettera aperta
di Giuseppina Barloscio Barbabella
Alcune settimane fa si è aperto un dibattito in seguito alle dichiarazioni del vescovo Monsignor Scanavino, che in ripetuti interventi ha lanciato un appello alla Città per il superamento dell'immobilismo della politica , della sua litigiosità e la necessità di aprirsi al dialogo per la effettiva ricostruzione di Orvieto.
È stato interessante leggere i vari interventi per lo più di politici impegnati che chiaramente sono stati toccati nel " vivo " dalla presa di posizione di una figura così autorevole, che riesce a far riflettere anche chi non è della Sua Parrocchia!
L'intervento di Monsignor Scanavino riflette così bene la realtà e il pensiero di tante cittadine e cittadini, che non può essere liquidato come una arbitraria ingerenza su questioni "laiche".
D'altronde se dal 1992 laici e cattolici ad Orvieto hanno governato insieme, non si capisce oggi quale è il rapporto che si ritiene necessario chiarire.
Il dialogo a stanze chiuse è democratico e quello in piazza antidemocratico?
Continuo a non capire.
Per poter dar vita ad un DIALOGO sincero e costruttivo, come auspica il nostro Vescovo, serve che la politica locale si scrolli di dosso i pregiudizi, superi il principio imposto in questi anni del " Chi non è con me è contro di me ".
Sono convinta che non ci sia stato dialogo fra blocchi contrapposti ma nemmeno all'interno della maggioranza.
Solo così mi spiego l'incredibile gestione di Bilancio che, per scelta proclamata, garantiva la soddisfazione dei bisogni essenziali dei cittadini con gli introiti della gestione dei rifiuti, in una Città come Orvieto che ha in sé vocazione culturale, artistica,turistica, agricola.
Il risultato si vede, abbiamo letto che il Comune emetterà obbligazioni salvadebiti per ben 25 milioni di Euro!!
Non è dato sapere se oltre a questa operazione, si stia finalmente lavorando su dei progetti validi per uno sviluppo economico sostenibile ( che dia qualche speranza ai nostri giovani e meno giovani in difficoltà) e per un taglio delle spese inutili.
Ad esempio sarebbe apprezzabile e responsabile un ripensamento sulle varie Società di gestione create in questi ultimi anni, che fino ad ora hanno fatto registrare solo spese a carico della collettività e nessun beneficio.
Nel frattempo il pendolarismo è aumentato grazie alla soppressione della ASL e alla chiusura della
Caserma Piave, andandosi a sommare a quello storico conseguente la mancanza di lavoro sul posto.
Leggere come ho letto che è stata per molti una scelta di vita, penso sia offendere la loro dignità.
Comunque, per tornare alle questioni generali, non è mai troppo tardi per considerare gli errori fatti e assestare la "rotta".
Orvieto può farcela, anche se i tempi sono difficili ed il futuro non è roseo; dispone di un grande patrimonio artistico e naturale e delle energie di uomini e donne che aspettano solo di essere coinvolti in un progetto comune e potersi liberamente esprimere per il bene della Città.
Pubblicato il: 30/11/2005