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Il gip respinge la richiesta di scarcerazione, Crociani resta dietro le sbarre

L'attenzione della difesa torna a puntare molto sulla presunta inattendibilità della testimonianza della trentaduenne di Sarajevo che era con l'elettrauto di Alleona

di Stefania Tomba

ORVIETO - Il gip respinge la richiesta di scarcerazione, Crociani resta dietro le sbarre. Il giudice per le indagini preliminari, Gianluca Forlani, nella giornata di martedì, ha rigettato formalmente l'istanza avanzata dall'avvocato difensore del presunto killer di Acqualoreto, Giuseppe Marruco, che ha già avviato tutte le procedure tecniche per impugnare la decisione di fronte al tribunale del Riesame di Perugia. L'udienza sarà fissata a giorni. "Non mi pare esistano gravi indizi di colpevolezza nei confronti del mio cliente - ribadisce l'avvocato Marruco spiegando le sue richieste - e, comunque, se per l'accusa il pericolo è quello della reiterazione del reato credo che questo sussista alla luce del movente della gelosia". Sulla certezza della completa estraneità del suo assistito, al momento, però l'avvocato chiede tempo. "Aspettiamo i risultati del Ris - dice - fino a questo momento l'accusa si è basata soprattutto sulle testimonianze: clienti, prostitute e la donna stessa che prima ha fornito una versione poi un'altra. Ci vogliono riscontri certi, invece. Sono convinto che se Franco Crociani ha sparato, considerata la distanza di appena un metro e sessanta dalla nuca di Mencarelli, gli esperti dovranno trovare qualcosa sui suoi vestiti. Allora, solo allora, potremo ragionare su qualcosa di certo. Al limite, anche sull'eventuale salute mentale del mio assistito". Né la ricostruzione del delitto del 28 ottobre scorso torna completamente nella testa della difesa: dal movente fino alla dinamica. "Crociani è descritto come brusco e scontroso - afferma Marruco - quando invece è un tipo silenzioso, che era solito anche scherzare, ma che non è assolutamente violento. Lo confermano anche i paesani di Acqualoreto, in molti pronti a giurare sulla sua innocenza. E poi i racconti della donna che confermano la presenza nei pressi della scena delitto di una seconda prostituta che esercita a ponte Rio e che non si capisce che cosa stesse a fare nei dintorni quella mattina". Insomma l'attenzione della difesa torna a puntare molto sulla presunta inattendibilità della testimonianza della trentaduenne di Sarajevo che era con l'elettrauto di Alleona scalo quando è stato ucciso. Esistono altri motivi per cui la donna ha fornito prima una versione dei fatti e poi un'altra? Lei, di nuovo in libertà da lunedì scorso, ribadisce, fermamente, che se non ha ammesso subito di aver visto Crociani è stato solo per paura. Il dubbio, comunque, nelle indagini degli inquirenti potrebbe non essere del tutto svanito.

Pubblicato il: 24/11/2005

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