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Il dibattito in Consiglio

Il documento è stato illustrato a nome dei gruppi di maggioranza dal Cons. Massimo Gambetta (DS) che ha affermato: "La Finanziaria è stata portata avanti a colpi di maggioranza. L'ordine del giorno prende in esame i tagli che la Corte Costituzionale ha rilevato come 'illegittimi' e mette in evidenza i problemi che essi producono sugli Enti Locali, per l'attualità che vi è contenuta, va pertanto, discusso".  

L'Assessore alle Finanze, Massimo Frellicca ha ringraziato la maggioranza per l'iniziativa assunta, che ha definito "utile, perché, siamo in una fase di confronto e c'è ancora la possibilità di riportare la discussione in un contesto più adeguato che non sia solo un dibattito politico e uno scontro in vista delle elezioni del 2006. In realtà ci sono seri problemi per gli Enti Locali. Un ordine del giorno serve a fare delle proposte perché vengano portate nelle sedi adeguate, in sede ANCI.  Già in questo primo mese e mezzo di discussione alcune modifiche sono state apportate per cui non ci dovrebbero essere problemi perché è la stessa ANCI che lo chiede. Il nostro compito è far riflettere i cittadini orvietani sulle difficoltà che si avranno nel 2006 nell'erogazione di servizi. La finanziaria si costruisce su tutta una serie di dati e di valutazioni economico-finanziarie che lo stesso governo fa. Purtroppo dobbiamo evidenziare come una serie di parametri che fanno riferimento all'economia del Paese, mostrano delle condizioni di difficoltà. Molti analizzatori finanziari a partire dal Fondo Monetario fino alla Comunità Europea concordano su un debito pubblico che dal 107% arriverà forse al 110%, di un deficit che ormai è superiore al 4% , un'nflazione che è ripresa a galoppare, un prodotto interno lordo che non cresce nel 2005 e ancor meno nel 2006. Ciò comporta la costruzione di una Finanziaria fatta di tagli che inevitabilmente saranno a carico degli Enti Locali. I Comuni saranno costretti o ad aumentare la tassazione o a diminuire i servizi. Con i patti di stabilità, in questi anni, gli Enti Locali hanno già dato un contributo eccezionale al risanamento della finanza pubblica. Si parla addirittura di 5 miliardi di Euro nel biennio 2002/2004. Nonostante questo andiamo ancora a creare ulteriori problemi proprio agli Enti Locali. Evidentemente parlare di tagli per un miliardo e 700 milioni di Euro è un grido di allarme per le Autonomia Locali. Pensiamo ai 117 milioni di Euro che vengono tagliati alla sicurezza e alla polizia, ai tagli alla scuola, i 120 milioni alla cultura, gli 80 allo sport, i 525 milioni ai trasporti, i 680 milioni all'ambiente e al territorio; tutto questo fa capire come sia impossibile per i Comuni costruire bilanci adeguati per il 2006. E' sbagliato anche il metodo, lo ha detto la stessa Corte Costituzionale: non è possibile che il Governo fissi i limiti di spesa su alcuni capitoli, se abbattere il sociale piuttosto che, la cultura, l'ambiente o gli investimenti. Questo il Governo non lo può fare per cui crediamo che la discussione in Consiglio Comunale su certi temi non può che essere positiva. Gli incontri dei prossimi giorni fra il Ministro Tremonti e le Autonomie Locali sono importanti. Le quattro proposte fondamentali che fanno i Comuni e l'ANCI sono costruttive e sono: togliere la parte investimenti dal patto di stabilità, togliere dalla parte corrente la spesa socio-sanitaria, dare libertà con il federalismo fiscale dove siamo di fronte ad una cosa scandalosa perché l'ICI la devono gestire i Comuni e non è il Governo, infine, il 50% del fondo nazionale delle politiche sociali deve essere assolutamente finanziato. Questi sono gli elementi essenziali per fare una discussione decorosa, umana, che tenga presenti le esigenze dei cittadini da qui all'approvazione della Finanziaria".

Il Cons. Giancarlo Imbastoni (RC):  "Intendo  rimarcare le conseguenze della Finanziaria sulla spesa sociale che è il settore che sarà più penalizzato. Il nostro NO non è solo un atto di pre-campagna elettorale ma un atto doveroso e di denuncia di una politica irresponsabile che il Governo sta portando avanti senza porsi troppi problemi. Sappiamo che dovremo fare scelte ingrate nei bilanci che andremo a formare, perché come amministrazioni locali - e penso ai piccoli e medi Comuni - dovremo scegliere tra il taglio di servizi che sono essenziali, oppure monetizzarli o esporci tenendo fede all'identità che abbiamo come amministrazioni di centro-sinistra e compiere atti nei limiti della decenza, indebitandoci per mantenere gli standard qualitativamente e quantitativamente sufficienti. Auspico che i cittadini sappiano riflettere sull'esigenza di stare attenti alle parti delicate della struttura sociale in Italia".

Il Cons. Massimo Gambetta (DS): "Regioni, Province, Comuni chiedono al Governo di riaprire il confronto dopo la bocciatura della Finanziaria da parte della Corte Costituzionale per quanto riguarda il decreto 'taglia spese' del 2004. Anche una parte della Finanziaria 2006 è incostituzionale perché ricalca quel decreto. Malgrado la Corte Costituzionale abbia bollato tale metodo come 'inammissibile ingerenza', Tremonti e Berlusconi hanno subito dichiarato che non cambieranno niente. La Finanziaria 2006 è incostituzionale perché prevede che il Governo può fissare tetti di spesa generali e tetti di spesa su questioni di primaria importanza come i servizi sociali che non può stabilire. Uno dei gravi precedenti che questo Governo ha creato è quello di essere andato avanti con provvedimenti blindati e voti di fiducia senza un vero confronto con le parti sociali. Servirebbe un atto di coraggio da parte del Presidente della Camera dei Deputati nell'invitare il Governo a fermarsi e prendere delle iniziative finalizzate ad accogliere i principi della sentenza della Corte. Anche perché l'attuale Finanziaria è già stata oggetto di correzioni, suscitando malumori e preoccupazioni dei settori dell'economia e della società perché non va nella direzione dello sviluppo. I dati della manovra sono noti: in un contesto di inflazione del 2,2% ben superiore all'1,6% programmato, sugli Enti Locali pesa quasi tutto l'onere dell'aggiustamento effettivo della finanza pubblica. La copertura della manovra si realizza con una salasso delle finanze locali: sugli Enti Locali si prevedono tagli di 3 miliardi di Euro pari a 6.000 miliardi di vecchie lire - 1,9 miliardi di Euro da Comuni e Province e 1,1 miliardi di Euro dalle Regioni - ed una riduzione del comparto sanità pari a 2,5 miliardi di Euro rispetto alla previsione tendenziale indicata nel DPEF 2006.  Il patto di stabilità interno è ancora più rigido, infatti il Governo impone che il complesso delle spese correnti 2006 non potrà superare l'ammontare delle uscite 2004 ridotto del 6,7% a cui va aggiunta l'inflazione del 2,2%. Dal calcolo delle spese correnti sono esclude quelle per il personale, per il sociale ed i trasferimenti correnti destinati ad Amministrazioni Pubbliche, quindi si tratta di eliminare i servizi già funzionanti. Per le Regioni poi il taglio delle spese correnti sarà del 3,8% rispetto al 2004. I Comuni tra i 3 e i 5 mila abitanti e le Comunità Montane sotto i 50 mila abitanti che nel 2005 erano stati esclusi dal patto di stabilità sono di nuovo vincolate a tali parametri di spesa. E' evidente la contraddizione fra il dichiarato obiettivo di tutela delle condizioni delle famiglie e la realizzazione di maggiori investimenti con i pesanti vincoli imposti alla spesa. La stretta del Governo colpirà i settori dell'istruzione (asili, scuole materne, istruzione primaria e secondaria), assistenza, viabilità e trasporti pubblici, manutenzioni, fognature ed acquedotti, cultura e sport, sicurezza e protezione civile, ambiente e verde pubblico, sicurezza. Si prevede la sospensione del contratto di lavoro per 70.000 precari che attualmente lavorano negli Enti Locali. Il taglio di 5,5 miliardi di Euro agli Enti Locali e alla Sanità non potrà essere recuperato neppure raschiando all'osso le residue potenzialità dei tributi locali e regionali che tra il '99 e il 2004 hanno già visto un aumento di gettito del 48,6%. Nel 2004 il 79%  del totale degli investimento pubblici è stato realizzato dalle amministrazioni locali; già nei bilanci 2005 con la regola del tetto del 2% per le spese di investimento e con la riduzione dal 25%  al 12% dei cespiti per i mutui, si sono verificate riduzioni degli investimenti locali nell'ordine del 35-40%. Perciò, non è da addebitare alle Autonomie Locali la ripresa della crescita della spesa pubblica. Non ci sottraiamo al confronto su come introdurre risparmi e rigore eliminando il superfluo, ma non sono accettabili lezioni dal Governo che dice di ridurre del 10% lo stipendio dei politici e ancora paga le indennità dei commissari liquidatori degli enti inutili soppressi quasi 20 anni fa e poi non taglia le risorse alla struttura della presidenza del Consiglio (6 milioni di Euro) che destina 200 milioni di Euro al digitale terrestre. Per tutte queste ragioni siamo favorevoli all'ordine del giorno".   

Cons Fabrizio Cortoni (Altra Città): "l'impegno morale a cui faceva riferimento Gambetta mi ha spinto a votare l'inversione dell'ordine del giorno del Consiglio. Sarebbe inutile, infatti, parlare di bilancio comunale se poi non avremo le risorse disponibili. Oggi i notiziari economici sono come bollettini di guerra. L'Italia ha avuto un tasso di crescita negli ultimi mesi pari alla metà di quello degli altri Stati EU. Con piglio aziendale questo Governo decide di tagliare sulle spese che ritiene inutili. Questo, solitamente, lo fa un direttore di azienda che però sa anche che al di sotto di una certa percentuale di tagli può paralizzare la sua azienda. Qui si tratta di pesare gravemente sulle condizioni di vita dei nostri concittadini. A nulla valgono le sparate pubblicitarie di un Presidente del Consiglio che dice che darà la casa a tutti e subito dopo si rimangia per l'ennesima volta quanto detto, accusando gli altri di non averlo capito. Siano ai limiti della decenza della guida amministrativa del nostro Paese, a uno Stato che abdica alla laicità del suo ordinamento e rinuncia all'imposizione ICI per quello che riguarda le proprietà dei beni della Chiesa. Questo è quanto di più deplorevole può esserci in uno Stato che deve avere una impostazione laica e che non può ergersi a difensore economico di una particolare forma di religione. Nulla in contrario contro la Chiesa che interviene nella nostra vita sociale in modo importante e apprezzabile, ma quello che avremmo gradito è che anziché sull'ICI si fosse agito sulla variazione dell'imposta dell'8 per mille, quella è un'imposizione IRPEF che può essere rivista. In questo modo creiamo una situazione di privilegio. Agendo sull'IRPEF avremmo stabilito una condizione uguale per tutte le confessioni presenti nella contribuzione statale senza creare una situazione di disparità fra i diversi cittadini. Sono  favorevole all'ordine del giorno".

Cons. Luca Giardini (AN): "Con cadenza periodica la maggioranza porta in Consiglio Comunale discussioni che ci riguardano in maniera molto relativa sotto il profilo istituzionale, discutiamo di critiche e polemiche e correttivi alla finanziaria invece di occuparci dei problemi concreti che abbiamo oggi nel nostro ambito locale. Ma i vostri parlamentari di sinistra che fanno? Ci sono loro in Parlamento. La Corte Costituzionale non ha dichiarato illegittima la Finanziaria, è falso. Fornite dati che sono sbagliati. La Corte Costituzionale ha solo detto - legittimamente - che i limiti e le indicazioni sui tagli che gli Enti Locali avrebbero dovuto fare, è di per sé illegittimo. Il Governo ha dato suggerimenti su dove tagliare tipo le consulenze e le spese di rappresentanza che non sono cose folli; questo lo vedremo quando si passerà all'approvazione del bilancio del Comune di Orvieto e allora citeremo, voce per voce, quelli che a nostro avviso sono gli sperperi di questo comune. Dite che si governa a colpi di maggioranza, ma quando si sta al governo è così; quando lo fa il centro-destra è scaldalo, quando lo fa il centro-sinistra è tutto normale. Vi siete già dimenticati quando fu modificata la Costituzione a colpi di maggioranza, art. 117? Gridate allo scandalo sulla legge salva Previti, ma quando nel '98 fu fatta la legge apposita salva Prodi sull'abuso d'ufficio con la modifica dell'art. 323 del Codice Penale? Queste cose non le ricorda mai nessuno. I tagli ci sono dal '96 ad oggi: orvieto, come tutti gli altri Comuni riceve meno soldi dallo Stato, però per cinque anni che i tagli li ha fatti il governo Prodi, allora siete stati sempre zitti. La realtà italiana riflette l'andamento di tutta l'economia occidentale, la nostra posizione è aggravata dal fatto che da sempre siamo più indebitati. Per 50 anni abbiamo fatto come la cicala, abbiamo speso l'ira di Dio concedendo con le clientele tutto a tutti: pensioni a ciechi che invece portavano la macchina e così via. Pur con i lati certamente preoccupanti che ci sono, in realtà la Finanziaria ha messo mano alla necessità di evitare scialacquamenti. Il Governo ha le sue colpe, ma da indicazioni per evitare scialacquamenti di denaro pubblico che gli Enti Locali fanno a piene mani. L'Umbria è capofila di questa situazione, secondo i dati ISTAT ammonta a 3,69 miliardi di Euro l'indebitamento dell'Umbria del 2004. Questa è la dimostrazione che siamo abituati a vivere di sussidi, di pensioni. L'Umbria è una regione smidollata e allora parliamo di cose concrete, rimbocchiamoci le mani e guardiamo dove si deve tagliare. Avete omesso che la spesa pubblica degli Enti Locali è passata da 33 miliardi di Euro del 2000 a circa 85 miliardi di Euro del 2005, pari al 160%  nonostante lo Stato continua a dare soldi. Cominciamo a mettere sul tavolo le cose da fare ad Orvieto, guardiamo dove si deve recuperare e facciamolo insieme. Soprattutto tiriamo fuori le iniziative che servono a questo comune e a questo territorio per ripartire. Voteremo contro".

Cons. Franco Raimondo Barbabella (SDI): "E' vero che periodicamente discutiamo di questioni attinenti l'azione di governo ed è vero che periodicamente il governo ci stupisce con la sua azione. Penso che discutere delle conseguenze che hanno gli atti di Governo sul governo locale non sia una perdita di tempo e che non c'è nulla di demagogico nelle proposte che vengono fatte in questo ordine del giorno. Si dice che: per il patto di stabilità interno sarebbe auspicabile concordare insieme gli obiettivi del contenimento della spesa; si propone l'esclusione della spesa socio-sanitaria dal computo della spesa corrente, si chiede cioè di discutere; si chiede di riservare all'autonomia regolamentare dei Comuni di disciplinare l'applicabilità o meno dell'ICI sugli immobili di proprietà della Chiesa o di altri istituti religiosi non destinati ad attività religiose e sociali, in particolare quelli commerciali. E' assurdo chiedere questo? Le proposte non sono né assurde, né demagogiche, né scandalose rispetto ad un consueto atteggiamento antigovernativo! In realtà c'è un vecchio vizio della classe dirigente italiana quello di mentire agli italiani. Lo spettacolo indecoroso a cui assistiamo ormai da moltissimo tempo non è più commentabile. Noi vediamo solo le conseguenze negative e siamo preoccupati. Sono d'accordo nel dire che dobbiamo rimboccarci le maniche, non ci si può dichiarare estranei ai problemi generali del Paese ma noi  vogliamo una classe dirigente serie e credibile. La credibilità si conquista dicendo le cosa come stanno, non dicendo una cosa e subito dopo rimangiarla che è un costume, ormai, diffusissimo. Se poi si tratta di rimboccarsi le maniche anche a livello locale, di tagliare ciò che è ritenuto inutile e inutilmente dispendioso, allora andiamo a vedere, si tagli, ma non si pensi e si dica che questa è la strada per il risanamento della finanzia pubblica italiana, è una bugia colossale. Ognuno deve fare il suo mestiere e il suo dovere anche a livello locale però non spacciamo una cosa per un'altra. Le politiche generali e strutturali dell'Italia non possono essere risolte con i piccoli tagli che si possono fare a livello locale".

Cons. Gianpietro Piccini (PDCI): "La Finanziaria punta soprattutto ai tagli agli Enti Locali , certo che ci sono preoccupazioni. La percentuale calcolata dei tagli agli Enti Locali è di circa il tra il 6-7% riferita ai consuntivi del 2004. Siccome tra il 2004 e il 2005 c'erano già stati dei tagli, è chiaro che questi saranno maggiori della percentuale riportata. Con questa Finanziaria gli Enti Locali hanno di che essere preoccupati. Il dissesto attuale non trova pari nella storia della Repubblica Italiana. Si dice che la colpa è del caro euro, io penso che c'è stata anche tanta incompetenza, Ricordo che sono stati cambiati due ministri, il Ministro che era stato sostituito ritorna a risanare i conti del Ministro che viene licenziato in seconda battuta. Questo ha un significato, e poco può aver fatto di buon un governo che richiama a gestire l'economia del Paese, lo stesso soggetto che prima era stato rimosso dopo aver fallito probabilmente per incapacità.  Se l'obiettivo è quello di risanare, non c'è solo un coro di NO da parte del centro-sinistra ma da parte dei sindacati, delle organizzazioni sociali di categoria. Vengono tagliati degli investimenti che sono punti di forza per la spinta necessaria per la ripresa economica. Fra gli stessi Ministeri, preoccupati che non faranno una bella figura nel dicastero che rappresentano, c'è concorrenza e questa diatriba interna al governo è preoccupante. Intanto l'inflazione ha riperso a risalire e lo vediamo nei prezzi dei mercati. In tutto questo il caprio espiatorio saranno gli Enti Locali ma soprattutto saranno i cittadini. Per mantenere il livello di servizi, gli Enti Locali che sono le istituzioni più vicine ai cittadini, dovranno assumere atti sicuramente impopolari. Dobbiamo però avere coraggio e sperare che ad aprile 2006 ci sia un cambio di maggioranza a livello nazionale. Però prepariamoci a rimboccare le maniche perché risalire la china non sarà facile. L'approvazione della devolution penalizzerà soprattutto le regioni come la nostra che hanno pochi abitanti, un tessuto urbano ed extraurbano notevole e deve fare i conti sulle poche tasche dei suoi abitanti che non raggiungono il milione".

Cons. Roberto Meffi: "L'ordine del giorno dei gruppi di maggioranza è un atto di grande responsabilità verso i cittadini perché la Finanziaria propinata dal Governo è drammatica per le tasche della gente. Prevede tagli significativi su settori importanti come la sanità, la scuola, la sicurezza. Si prospettano seri problemi per garantire i servizi ai cittadini. Come fa il governo a dire che ha abbassato la pressione fiscale quando scarica tutti i problemi sugli Enti Locali che sono costretti a prendere decisioni che si ripercuotono sui cittadini? Il Governo ci dovrebbe dire una volta per tutte come stanno le cose, perché non servono gli spot elettorali come quello delle case popolari a tutti, poi corretto in favore degli sfrattati. Speriamo che i cittadini abbiano compreso e non abbocchino ancora a simili trovate. Oggi, nella spesa di una famiglia incide in maniera significativa per il 40%  la voce casa e per il 30% l'alimentare, settore dove  non è stato fatto nulla per tamponare la speculazione. Guardiamo le cose reali. Spero proprio che i cittadini capiranno che hanno a che fare con personaggi che mischiamo le carte".

 

Il consigliere Stefano Olimpieri (AN) precisa le ragioni della sua mancata partecipazione al voto. "Non parteciperò al voto, perché oggi chi discute tanto di democrazia, ha calpestano proprio la democrazia modificando a maggioranza l'ordine cronologico dei lavori del Consiglio Comunale mentre, ad esempio, ci sono proposte che giacciono da mesi in attesa di discussione come la mozione sulla sanità, tema  importante per la nostra realtà. Oggi con un colpo di maggioranza è stato artatamente modificato l'ordine dei lavori del Consiglio e per queste ragioni non parteciperò alla votazione pur condividendo totalmente l'intervento del capogruppo Giardini. Penso che vadano discusse cose molto più serie rispetto alla Finanziaria; a dibattere in Parlamento questo argomento dovrebbero pensarci i parlamentari che sono stati eletti in questo collegio elettorale che raramente si fanno vedere sul territorio.

 

A noi, al contrario, spetta discutere delle questioni degli orvietani e, solo in maniera incidentale, possiamo discutere di questioni nazionali. Gli Enti Locali sicuramente avranno dei danni anche se molto marginali da questa Finanziaria e devono operare soprattutto sugli sprechi e le spese improduttive a cominciare dal Comune di Orvieto".

Il Presidente del Consiglio Comunale, Evasio Gialletti ha precisato che "la democrazia non è stata calpesta, ci sono una maggioranza e una minoranza che decidono ed operano così come viene fatto in organismi molto più alti di un Consiglio Comunale, ad esempio in Parlamento. In questo Consiglio Comunale le regole democratiche sono rispettate".

 

 

Pubblicato il: 20/11/2005

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