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Preso il presunto killer dell'elettrauto

"Uccise per gelosia": in manette Franco Crociani, 65 anni, pensionato di Acqualoreto. Arrestato nel pomeriggio di ieri dai carabinieri di Orvieto a 19 giorni dal delitto. Il presunto assasino: sono innnocente

(nella foto in conferenza stampa: da sinistra a destra il capitano Andrea Lachi, comandante della compagnia dei carabinieri di Orvieto, il capo della procra Calogero Ferrotti e il colonnello Rocco Amoruso, comandante provinciale dell'Arma)

di Stefania Tomba

ORVIETO - Preso il presunto killer di Sauro Mencarelli. Sarebbe un pensionato di Acqualoreto, Franco Crociani, nativo di Todi, di 65 anni, incensurato, ad aver assassinato con un colpo di fucile alla nuca, la mattina del 28 ottobre scorso, l'elettrauto 44enne di Allerona scalo.  L'uomo, da anni cliente della prostituta che era con Mencarelli al momento del delitto, è finito in manette, nel primo pomeriggio di ieri, con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato, su esecuzione dell'ordinanza di custodia emessa, in mattinata, dalla Procura della Repubblica di Orvieto, a firma del gip Gianluca Forlani. 

Ad incastrarlo ci sarebbe l'arma delitto, un fucile calibro 20, la vicinanza della sua abitazione al luogo in cui l'elettrauto è stato ucciso, la testimonianza della prostituta e, soprattutto, quell'insana e viscerale passione che avrebbe nutrito, da anni, per quella giovane donna.  Al punto da diventare, di gran lunga e da molto tempo, il suo cliente più assiduo.  Poi l'imprevisto: nella vita della prostiuta, da qualche mese, era spuntato Mencarelli, altrettanto "appassionato" e quasi altrettanto assiduo.  E per giunta, più giovane di lui.  Un "temibile rivale" insomma.  

Così la Procura spiega il movente del delitto parlando per giunta di "motivi abbietti e futili".  La collera prima e l'odio poi sarebbero montati, col tempo, nella testa del pensionato, celibe ma con una convivente, fino al punto da fargli perdere la testa.  Cosa che aveva già fatto in passato, esplodendo in violente reazioni di gelosia verso la donna.  Fino alla mattina dell'agguato, quella del 28 ottobre. Quando l'uomo avrebbe deciso di attendere Mencarelli e la donna nel luogo in cui sapeva erano soliti appartarsi.  In fondo alla strada vicinale interrotta dalla frana e raggiungibile in pochi minuti a piedi da casa sua.  A quel punto avrebbe semplicemente aspettato di avere Mencarelli a tiro.  Per non sbagliare e magari colpire lei, o forse solo per intimorirlo (anche se il colpo è stato in realtà sparato dalle spalle) si sarebbe avvicinato fino alla parte posteriore della Punto.  E da qui, da una distanza che gli inquirenti avrebbero accertato di un metro e mezzo, avrebbe esploso, da un vecchio fucile da caccia, il colpo, preciso, che ha trafitto a morte la nuca di Mencarelli.  

Le indagini condotte dai carabinieri di Orvieto con la collaborazione del nucleo operativo del comando provinciale di Terni - sotto il coordinamento del capo della procura di Orvieto, Calogero Ferrotti - si sono concentrate su Crociani, subito iscritto al registro degli indagati, sin dall'indomani dell'autopsia.  A lui avevano condotto forti elementi indiziari a partire proprio dall'arma, trovata in casa sua e ora all'esame del Ris, e dalla vicinanza dell'abitazione dell'uomo col luogo del delitto.  La pista investigativa avrebbe trovato presto conferme, anche testimoniali.  Per ultima, ma definitiva quella della prostituta bosniaca arrestata venerdì scorso per favoreggiamento e false dichiarazioni.  Lunedì mattina, in sede di interrogatorio di garanzia, nel carcere di Perugia, la donna ha messo da parte la paura che, a detta sua, le aveva fatto tenere la bocca cucita fino a questo momento e ha confessato alla fine di aver visto in faccia l'assassino.  Facendo il nome di Crociani. 

L'uomo, che tramite il proprio legale l'avvocato Giuseppe Marruco, si professa innocente, secondo gli inquirenti, avrebbe agito con "fredda predeterminazione e astuzia". Addirittura aggirandosi sul luogo del delitto quella mattina.  E, con fare interessato e curioso, non si sarebbe risparmiato di rivolgere domande a chiunque avesse incontrato su quanto accaduto poche ore prima.  Raggiunto ieri pomeriggio intorno alle 15 dai militari di Orvieto mentre si trovava nei campi attorno alla sua abitazione, l'uomo è stato tradotto nel carcere di Orvieto dove è attualmente rinchiuso. Per lui verrà fissato a ore l'interrogatorio di garanzia.

Pubblicato il: 17/11/2005

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