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Ha ucciso accecato dalla gelosia

 La verità sull'omicidio dell'elettrauto 44enne di Allerona scalo pare venire lentamente a galla tra i brandelli di indiscrezioni che filtrano dallo stretto riserbo dell'indagine.

di Stefania Tomba

ORVIETO - Accecato dalla gelosia. Si fa strada sempre più chiaramente il movente che avrebbe spinto l'omicida di Acqualoreto a puntare un vecchio fucile calibro 20 contro Sauro Mencarelli e farlo fuori con un colpo secco alla nuca la mattina del 28 ottobre scorso. La verità sull'omicidio dell'elettrauto 44enne di Allerona scalo pare venire lentamente a galla tra i brandelli di indiscrezioni che filtrano dallo stretto riserbo dell'indagine. Un'indagine giunta, ormai, all'atto conclusivo dopo la lunga testimonianza resa, lunedì pomeriggio, in sede di interrogatorio di garanzia, presso il carcere femminile di Perugia, dalla prostituta bosniaca che era con Mencarelli nei boschi di Acqualoreto quando è stato ucciso. Tenuta per oltre sei ore sotto torchio di fronte al gip, Paolo Micheli e il procuratore capo di Orvieto, Calogero Ferrotti, la donna, come detto, avrebbe rilasciato una lunga testimonianza in cui sarebbe compreso il nome del killer. Un nome che lei conosceva bene per essere un suo cliente da tempo. È vero, insomma, quella mattina aveva visto tutto.  Lo aveva visto sparare da dietro la Punto di Mencarelli: alla fine lo avrebbe ammesso. Non lesinando anche altri particolari che si era portata come un geloso e terribile segreto fino a questo momento.  Per paura di qualche ritorsione, affermerebbe lei. Ma gli inquirenti su questo punto, sarebbero pronti a battere ogni strada per capire fino in fondo il delitto e ogni risvolto relativo alle responsabilità dei protagonisti. Un punto sul quale il legale della donna non transige. "La mia cliente in tutta questa vicenda è soltanto una vittima - afferma l'avvocato, Luca Maori del foro di Perugia - se non ha parlato finora è solo perché temeva per la propria incolumità fisica. Credo a ragion veduta, vista la pericolosità dell'omicida. Mi auguro che non si debba attendere oltre il provvedimento cautelare". E a ore il gip potrebbe firmare l'ordinanza di custodia in carcere per l'assassino dell'elettrauto. Solo allora sarà possibile avere tutti i pezzi del quadro ancora, per certi versi, fumoso che compone la vicenda. In particolare c'è da capire la precisa natura dell'accanimento di questo presunto cliente con la sua vittima. Da dove nasceva quel sentimento di odio e come è cresciuto al punto da armare, senza una logica, la sua mano. Il killer sembra che non viva troppo distante dalla zona in cui si è consumato il delitto. Forti elementi indiziari avevano già portato gli inquirenti a non allontanarsi troppo dalla scena del delitto. Da quella stradina chiusa dalla frana dell'aprile scorso lungo i cui viottoli laterali le prostitute consumano gli incontri con i loro clienti. Che non si dovesse andare troppo lontano lo diceva non da ultimo il fatto che da quel punto le vie di fuga sono tutte a piedi oltre al fatto che l'appostamento sarebbe stato oggettivamente molto complicato per qualcuno che li avesse seguiti arrivando da fuori. Ora il racconto della prostituta avrebbe confermato l'ipotesi investigativa scattata già a partire dal ritrovamento dell'arma. La posizione della donna, a meno che non emergano nuove responsabilità potrebbe alleggerirsi. Per il momento è fissata per il 21 novembre al tribunale del Riesame l'udienza per la sua scarcerazione.

Pubblicato il: 16/11/2005

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