Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Il killer di Sauro Mencarelli ha un nome

Lo avrebbe pronunciato ieri la prostituta bosniaca durante un lungo interrogatorio nel carcere di Perugia

di Stefania Tomba

ORVIETO - Adesso il killer di Sauro Mencarelli ha un nome e un cognome.  Lo avrebbe pronunciato ieri la prostituta bosniaca che era con l'elettrauto 44enne di Allerona scalo quando è stato ucciso la mattina del 28 ottobre scorso.  
La confessione sarebbe avvenuta ieri durante l'interrogatorio di garanzia che si è svolto per oltre sei ore presso il carcere femminile di Perugia di fronte al gip, Paolo Micheli e al pm, Calogero Ferrotti. Secondo le indiscrezioni trapelate dal lungo interrogatorio, la donna sarebbe crollata e avrebbe parlato, rivelando l'identità dell'assassino.  Si tratta, ovviamente, di indiscrezioni che non trovano conferme ufficiali da parte degli inquirenti alla luce del rigido segreto istruttorio che copre l'interrogatorio.  Sei ore, comunque, da mezzogiorno e mezza fino a sera, sarebbero servite a ricostruire il delitto e far saltare fuori il nome del killer.  Nome che, naturalmente, resta top secret.  Anche se pare confermata la pista che aveva convinto gli inquirenti, quella di un anziano del posto cliente anche lui, come Mencarelli, della giovane prostituta e, probabilmente, come la sua vittima anche lui invaghito della donna.  Un'ipotesi altamente indiziaria quella seguita dai carabinieri di Orvieto che indagano, sotto il coordinamento del capo della Procura, Calogero Ferrotti, e che se adesso avesse trovato la definitiva conferma testimoniale potrebbe far scattare a ore l'ordinanza di custodia per l'omicida di Acqualoreto.  Ora ci sarà da valutare il racconto della donna anche alla luce del possibile movente.  Un movente che pare a sfondo passionale ma che resta, in parte, ancora misterioso.  Un mistero che potrà dipanarsi, forse, soltanto focalizzando i veri rapporti che esistevano tra Mencarelli e la prostituta, tra la prostituta e questo secondo presunto cliente e gli eventuali rapporti tra l'assassino e l'elettrauto di Allerona scalo.  In particolare in ballo potrebbe esserci proprio la posizione della giovane donna - S.S. le iniziali, di trent'anni - che, a questo punto, avrebbe sì fornito la svolta decisiva alle indagini, ma potrebbe anche, contemporaneamente, aver sollevato ulteriori dubbi negli inquirenti.  In primo luogo sul motivo che l'avrebbe spinta a tacere per tutto questo tempo e a rilasciare false dichiarazioni ai carabinieri prima e al pm, poi.  Dicendo di non aver visto nulla, quando avrebbe potuto, fin dalla prima ora, inchiodare l'assassino che quella mattina ha sparato, a un paio di metri da lei.  Da chiarire dunque se sia stata effettivamente la paura, il timore di qualche ritorsione a farle tenere la bocca cucita fino a rischiare le manette o se, invece, ci sia dell'altro.  Tutto adesso sarebbe da analizzare più a fondo, compresa l'accusa di favoreggiamento che venerdì pomeriggio ha portato in carcere la donna, attualmente difesa dagli avvocati del foro di Perugia, Donati e Maori.  Che la giovane prostituta bosniaca custodisca anche altri segreti e che dunque in questa direzione sia necessario scavare è la convinzione dei familiari della vittima.  Che attraverso i legali orvietani, Angelo Ranchino e Luana Frizza avevano così commentato la notizia dell'arresto della prostituta. "Si era già avuto modo di commentare che le dichiarazioni della cittadina extracomunitaria, rilasciate nell'immediatezza del fatto, anche alla luce delle prime risultanze istruttorie dalle quali emergevano fatti parzialmente incompatibili con la versione da lei resa, erano tutt'altro che convincenti e rendevano necessario un approfondimento della sua posizione.  Si auspica che l'iniziativa cautelare intrapresa dalla procura della Repubblica sia idonea a far emergere ulteriori indizi per l'identificazione dell'autore materiale del delitto.  Andranno ulteriormente chiarite le motivazioni che hanno spinto la cittadina extracomunitaria a dare versioni dei fatti incompatibili con quelle accertate nel corso di indagini, in quanto a parere dei familiari, solo tale accertamento potrà far emergere la verità sull'efferato delitto".

Pubblicato il: 15/11/2005

Torna alle notizie...