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CRO. Terracina convoca la stampa

Al silenzio seguito al violento terremoto che si è scatenato nelle settimane scorse all'interno della Fondazione Cro farà seguito stamani a mezzogiorno una conferenza stampa presso palazzo Coelli...

ORVIETO - Al silenzio seguito al violento terremoto che si è scatenato nelle settimane scorse all'interno della Fondazione Cro farà seguito stamani a mezzogiorno una conferenza stampa presso palazzo Coelli.  Un incontro fissato per fare il punto sull'attuale situazione dell'Ente attraversato, in  questa delicata fase, da una guerra interna senza esclusione di colpi giocata a suon di statuto, ferme prese di posizioni, decadenze e dimissioni. Una battaglia che nel caso di 4 dei 21 soci dichiarati decaduti lo scorso aprile è finita anche in tribunale. E adesso, dopo due riunioni andate a vuoto per l'assenza del numero legale, in cui si doveva procedere a dichiarare la decadenza di altri tre soci "assenteisti", approvare il bilancio preventivo e nominare due nuovi membri del consiglio di indirizzo, la Fondazione pare intenzionata a prendere il toro per le corna per tornare una situazione di gestibilità dell'Ente. A invocare la strada del dialogo e della moderazione erano stati tanto il vescovo di Orvieto quanto il sindaco, entrambi soci di diritto dell'assemblea in rappresentanza della Diocesi e del Comune. Mentre a denunciare quella che all'interno della Fondazione sarebbe una battaglia per il controllo anche politico dell'Ente stesso era stato nei giorni scorsi il consigliere regionale di An, De Sio. Che ha adombrato anche dubbi di altra natura. "Appare chiaro - ha detto consigliere di An - come l'attuale situazione d'ingovernabilità non sia altro che la strategia da qualcuno scelta per dare dell'Istituto una cattiva immagine e magari, più o meno inconsciamente, aprire la strada a percorsi speculativi che nulla hanno a che fare con le finalità di valorizzazione e buona amministrazione di un patrimonio di tutti gli orvietani. Troppi sono gli elementi di perplessità in questa vicenda e non è più possibile appellarsi ad una presunta autonomia quando emergono quotidianamente elementi che intrecciano, l'uso disinvolto a giorni alterni dello statuto per attuare epurazioni specifiche, con alcune scelte del passato che automaticamente potrebbero innescare percorsi di ulteriore cessione delle residue quote di partecipazione".

Pubblicato il: 10/11/2005

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