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Omicidio Mencarelli: interrogatori e tabulati, l'inchiesta vira su uno dei clienti

La svolta decisiva nelle indagini sarebbe arri arrivata dopo il racconto di una donna...

di Stefania Tomba

ORVIETO – Avrebbe, orami, almeno da un paio di giorni, un volto il killer di Sauro Mencarelli.  A sparare il colpo calibro 20 a pallini che venerdì 28 ottobre ha trafitto la nuca dell’elettrauto 44enne di Allerona scalo, uccidendolo da un metro e mezzo di distanza, sarebbe stato un secondo cliente della giovane prostituta bosniaca.  Un cliente forse “geloso” del rapporto che la trentenne aveva con Mencarelli.  Un altro capitolo questo, quello del rapporto tra i due, che gli inquirenti starebbero ancora tentando di scandagliare con attenzione alla luce delle contraddizioni emerse.  Ovvero se soltanto Mencarelli si era invaghito della giovane o se l’”affiatamento” fosse stato reciproco.  Un punto questo che potrebbe offrire un contributo significativo per capire fino in fondo il movente.  Che da parte di Mencarelli fosse nato un sentimento e che l’uomo ambisse a diventare forse anche l’unico cliente della giovane, pare un dato appurato.  Non a caso la presenza dell’elettrauto ad Acqualoreto era diventata una costante, negli ultimi tempi.  La andava a prendere al mattino, ad esempio, alla stazione ferroviaria di Todi per riaccompagnarla la sera.  E almeno in un’occasione avrebbe tentato di scacciare alcuni clienti.  Sui sentimenti che la donna avrebbe potuto nutrire per quel cliente speciale, invece, non è emerso molto al momento.  Se non, per stessa ammissione dell’avvocato Luca Maori, il fatto che i due si vedessero anche indipendentemente dal rapporto di natura strettamente professionale.  Né è chiaro se Mencarelli conoscesse il suo assassino.  Mentre la prostituta dovrebbe,ovviamente, averli conosciuti entrambi .  Anche se non è ancora del tutto chiaro se abbia veramente visto l’assassino o sia stata in grado di fornire un qualche contributo all’inchiesta. Ma ora, come detto, al vaglio c’è anche la testimonianza di un’altra donna che si sarebbe rivelata cruciale per confermare la pista “privata” ipotizzata dagli inquirenti.  

Una pista che i carabinieri della compagnia di Orvieto che conducono le indagini, coordinati dal procuratore capo Calogero Ferrotti, hanno battuto sempre con maggiore costanza da quando, alla luce dei riscontri, sia tecnici che testimoniali, nei giorni immediatamente seguenti all’omicidio, ha cominciato a sfumare sempre di più sullo sfondo l’ipotesi del delitto di mala.  Si attende ora, non è escluso a breve, l’ultimo atto dell’indagine.  Da venerdì l’attività investigativa pare aver subito una brusca interruzione. Stop agli interrogatori: adesso quello che aspetterebbero gli inquirenti sarebbe soltanto, probabilmente, un definitivo riscontro che potrebbe arrivare proprio dai tabulati telefonici, attesi per i primi giorni della settimana.  A meno che non sia l’uomo stesso in cima alla lista dei sospetti a commettere da solo il più classico dei passi falsi.

Pubblicato il: 06/11/2005

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