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Il killer ha il volto di un cliente

Si fa strada l'ipotesi del delitto passionale. La testimonianza di una donna del posto. L'inchiesta ad una svolta, attesa per i riscontri tecnici...

di Stefania Tomba

ORVIETO - Omicidio Mencarelli, indagini alla stretta finale. La svolta nel delitto, che venerdì scorso nei boschi di Acqualoreto ha freddato l'elettrauto 44enne di Allerona scalo con un colpo calibro 20 sparato alla nuca da un fucile da caccia da un metro e mezzo di distanza, sarebbe arrivata, nelle ultime 48 ore, dalla testimonianza resa agli inquirenti da una donna che abiterebbe non lontana dal luogo del delitto. Insomma, la chiave del mistero andrebbe cercata proprio tra gli abitanti che risiedono nelle campagne di Acqualoreto. La donna in questione, non una prostituta, sarebbe stata ascoltata per diverse ore e avrebbe fornito elementi utili all'inchiesta (forse potrebbe aver visto il killer in fuga), confermando agli inquirenti una pista che ora attenderebbe soltanto gli ultimi, decisivi, riscontri. Riscontri di natura tecnica, probabilmente i tabulati telefonici, che potrebbero essere disponibili già a partire dalle prossime ore. Il riserbo in questa fase è massimo. Ogni dichiarazione, così come ogni risvolto dell'indagine, è coperta dal più rigido segreto istruttorio. Tuttavia la strada che avrebbe portato gli inquirenti, in questi giorni, a tratteggiare il profilo dell'assassino di Mencarelli sarebbe rimasta quella privata, legata probabilmente a un secondo cliente della giovane prostituta bosniaca. Un cliente che, non è escluso, possa essersi invaghito anche lui, forse come Mencarelli, della ragazza. Al punto da divenire un suo "rivale". Pronto anche ad uccidere. Al centro della vicenda sarebbe rimasto, dunque, il rapporto tra Mencarelli e la ragazza. Una frequentazione divenuta sempre più assidua nell'ultimo anno fino al punto da esulare dal rapporto strettamente "professionale". Una supposizione questa confermata anche dal legale della donna, l'avvocato Luca Maori, che definisce il rapporto tra i due di natura "tanto ludica, quanto professionale". E riscontrata anche negli ambienti legati tanto a Mencarelli quanto alla ragazza. E che in questa direzione si dovesse andare a scavare è stato uno dei primi punti fermi dell'inchiesta. Una "lucciola" contesa, insomma, sarebbe la chiave del grosso della vicenda. Da capire invece se Mencarelli conoscesse il suo assassino. E se sì che tipo di rapporti c'erano tra i due? Domande che al momento non trovano una risposta, anche perché il contributo dato dalla prostituta alle indagini sarebbe stato parziale, visto che la bosniaca ha continuato a ripetere di non aver visto la persona che ha sparato a Mencarelli. Ma adesso ci sarebbe la testimonianza di questa seconda donna a dare un contributo importante alle indagini. Insomma, anche se al momento non ci sarebbe alcun nome iscritto sul registro degli indagati, tra gli inquirenti regna l'ottimismo. Al punto da far pensare che l'inchiesta sia vicina a una svolta. Le bocche, tuttavia, restano assolutamente cucite. I carabinieri della compagnia di Orvieto che conducono le indagini - sotto il coordinamento del capo della Procura, Calogero Ferrotti - si limitano soltanto a dire che stanno proseguendo a ritmo serrato gli interrogatori tra le persone informate sui fatti: prostitute, residenti nella zona di Acqualoreto, conoscenti della vittima e della prostituta bosniaca, dunque tra Allerona e Compignano, la frazione del Marscianese dove risiede la trentenne bosniaca col marito 64enne. Alla luce della perizia balistica, già presentata in parte dal consulente incaricato, per ricostruire la scena del delitto e stabilire come sono andate esattamente le cose, si renderanno necessari ulteriori accertamenti sul posto. A dire l'ultima saranno comunque gli esami che sta compiendo il Ris sul materiale repertato sulla scena dell'omicidio

Pubblicato il: 05/11/2005

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