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Rifondazione. Chi se ne va sbatte la porta

Il rinnovo della segreteria ha ulteriormente animato la discussione. Tonino Cristiano e Liliana Grasso si rivolgono ai "compagni"...

ORVIETO - Non si placa la guerra interna a Rifondazione. Il rinnovo della segreteria ha rinfocolato le polemiche e chi se ne va sbatte la porta.  È il caso di Tonino Cristiano e Liliana Grasso che, l'uno con le dimissioni l'altra in una lettera aperta, sparano sulla gestione del partito. Una gestione come la definiscono entrambi "personalistica e autoritaria".  "Si veda come ultimo caso - afferma Cristiano - la farsa della "consultazione" dei componenti il direttivo, a proposito dei membri da nominare nella nuova segreteria, sull'esito della quale consultazione (si intenda: sul totale delle preferenze espresse a favore dei nomi emersi) si è mantenuto un "incomprensibile" segreto". "Sono passati - aggiunge - sotto il "silenzio eloquente" del partito alcune vicende gravissime (gli affari della Comunità montana e la questione della cava di Benano)". Inoltre afferma "i dirigenti maggiori continuano a tenere rigorosamente per sé "segreti" che la segreteria dovrebbe conoscere". Cristiano non risparmia anche altri compagni di partito della vecchia segreteria (e che sono stati reintegrati nella nuova)accusandoli di un atteggiamento ambiguo per aver manifestato una posizione critica a singhiozz. "Chissà - dice - forse qualcuno ha dovuto sottostare a promesse o minacce".

Pubblichiamo per intero le dimissioni di Antonuio Cristiano e la lettera aperta di Liliana Grasso.

DIMISSIONI: PERCHÉ. LETTERA APERTA AI COMPAGNI DI RIFONDAZIONE
28 ottobre 2005

Cari compagni,

negli ultimi mesi sono stato tra coloro che hanno manifestato dissenso, anche in qualità di membro della segreteria del Circolo, verso il modo di condurre il Partito ad Orvieto, modo che giudico personalistico e autoritario. Si veda come ultimo caso la farsa della "consultazione" dei componenti il Direttivo, a proposito dei membri da nominare nella nuova segreteria, sull'esito della quale consultazione (si intenda: sul totale delle preferenze espresse a favore dei nomi emersi) si è mantenuto un "incomprensibile" segreto.
Non essendosi verificato nessun segno di apertura, neppure minimo, ho manifestato tale dissenso in modo sempre più netto, fino ad essere espulso dalla segreteria, insieme ad altri due compagni. Tra l'altro, io da tempo e più volte avevo chiesto di non farne parte, data la mia insignificante attività in seno alla stessa. Ma era tutto un altro contesto.

Della nuova segreteria fanno parte quattro persone, a due dei quali nessuno mai avrebbe potuto pensare. Che ci sia dentro anche mio figlio, è assolutamente ininfluente sul mio giudizio.

Dunque:
- considerato che sono passati sotto il "silenzio eloquente" del Partito alcune vicende gravissime (gli affari della Comunità montana e la questione della cava di Benano);
- considerato che i dirigenti maggiori continuano a tenere rigorosamente per sé "segreti" che la segreteria dovrebbe conoscere (per questo si chiama così);
- visto come la maggioranza numerica del Direttivo continua ad approvare in modo assolutamente acritico tutto ciò che viene proposto dai dirigenti;
- vista anche (non ultima) l'ostilità espressa da diversi compagni verso chiunque avanzi delle critiche, e verso di me in particolare, considerandomi elemento di disturbo (cosa per me decisamente inaccettabile);
come annunciato al Direttivo del 26 ottobre, ho presentato le mie dimissioni da questo organo del Partito, dichiarandole irrevocabili.

Voglio comunque esprimere amarezza per l'atteggiamento ambiguo tenuto da alcuni compagni della vecchia segreteria (e che sono stati reintegrati nella nuova) i quali hanno manifestato un posizione critica "a singhiozzo". Qualcuno è stato vittima di curiosi attacchi di sindrome di Amleto ("Rientro in segreteria ? No. Ma forse sì. Però non so"). Chissà, forse qualcuno ha dovuto sottostare a promesse o minacce (come il rischio di perdere la propria partecipazione al Consiglio di Amministrazione alla società "Risorse per Orvieto", dato il sostanzioso vantaggio economico che se ne ricava?), o forse in fondo convinto che tutto va bene, tutto va nel migliore dei modi.
Per non parlare poi del verificarsi di improvvise conversioni di alcune persone solitamente critiche ed ora sottomesse; e di altre a lungo disinteressatesi delle attività del Partito, recentemente presenti, ma la cui presenza è decisamente dequalificante; e di altre ancora, più lontane geograficamente, che con la loro ricomparsa tentano di rifarsi una "verginità politica" gravemente compromessa, fidando in qualche promessa amnistia.

Non è tutto qui, ma può bastare. Comunque resto a disposizione di chi fosse interessato ad avere ulteriori chiarimenti su questa mia decisione. Non sono invece disponibile a discutere ancora con coloro con i quali mi sono già ampiamente confrontato.

Vi saluto fraternamente, sperando comunque di essere in errore, per la buona sorte di Rifondazione ad Orvieto.

Tonino Cristiano - ex membro della Segreteria e del Direttivo
di Rifondazione - Circolo di Orvieto-
cell. 335-8072503

Lettera aperta alle/ai compagne/i di Rifondazione Comunista.

Care/i compagne/i,

da tempo ormai osservo un crescente degrado della vita democratica del Partito della Rifondazione Comunista di Orvieto ed è arrivato il momento di condividere le mie riflessioni.
In questi mesi ho condiviso con alcune/i compagne/i il desiderio di costruire un modello organizzativo democratico per rendere viva la struttura partito, un  meccanismo collettivo della conoscenza che potesse portare al protagonismo e alla partecipazione decisionale delle iscritte e degli iscritti del circolo. Ma ogni tentativo di aprire una nuova fase tesa a favorire una stagione politica più avanzata si è scontrato con le logiche rigorosamente gerarchiche e antidemocratiche di un circolo gestito "nelle segrete stanze".
E analizzando il comportamento della maggioranza degli organi dirigenti del circolo del PRC di Orvieto negli ultimi mesi scorgo una finalità opposta. Una azione politica che disaggrega e ci allontana inesorabilmente dai problemi reali delle persone e dai luoghi dello scontro sociale.
Ne colgo un esempio chiarificatore nella gestione della crisi che ha portato un gruppo di dirigenti del circolo a chiedere le dimissioni della segretaria e della segreteria. Una richiesta di sfiducia nata dalla necessità di distinguersi con forza da due posizioni (la cava di Benano e il veto alla pubblicazione di un comunicato di solidarietà ad un operaio infortunatosi in un incidente di lavoro il 25 agosto u.s.) che non possono che definirsi scandalose e incredibili per un partito come Rifondazione Comunista. In quella circostanza il direttivo del circolo ha confermato la fiducia alla segretaria ed a tutta la segreteria.
Pochi giorni dopo questa riconferma, la segretaria ha chiesto al direttivo la testa dei compagni che avevano apertamente espresso il loro dissenso e con la famigerata motivazione: così non posso lavorare! (!!!) ha dimissionato la segreteria appena riconfermata dal direttivo. E' evidente che, nell'ottica di due pesi e due misure, la riconferma della fiducia da parte del direttivo vale per la segretaria ma non per la segreteria.
Ora, ultimo atto di questa saga di provincia, per creare la nuova segreteria che elimina i compagni scomodi Tonino Cristiano, Liliana Grasso e Fabrizio Pacioni, la segretaria Barbanera è dovuta ricorrere ad un ampliamento del direttivo (24 membri del direttivo non sono stati sufficienti ad operare una scelta).
In questa folle corsa ai ripari sono passate inosservate le dimissioni dal direttivo di compagni come Enrico Crespi e Tonino Cristiano che negli anni hanno fatto la storia del circolo di Orvieto; reazioni drammatiche alla gestione "personalistica e autoritaria" (mi permetto di citare la dolorosa lettera di dimissioni di Tonino Cristiano) del circolo che non possono essere taciute.
Ancora una volta alla richiesta di trasparenza e lealtà si è risposto con accuse meschine e attacchi personali che nulla hanno a che fare con la politica e con un preciso messaggio di chiusura che non può e non deve appartenere al Partito della Rifondazione Comunista.

Liliana Grasso
Direttivo del Partito della Rifondazione Comunista
Circolo di Orvieto
Orvieto, 3 novembre 2005

Pubblicato il: 04/11/2005

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