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L'assassino ha le ore contate

L'omicida avrebbe commesso degli errori. Sotto torchio la lucciola. Gli inquirenti si concentrerebbero su tre o quattro ipotesi legate al racket della prostiuzione. Il copol, esploso da due metri. Summit investigativo. Indaga anche il Ris

di Stefania Tomba

ORVIETO - Potrebbe avere le ore contate il killer di Sauro Mencarelli.  Chi venerdì mattina lo ha atteso tra i cespugli che costeggiano la strada bianca della frazione di Acqualoreto, freddandolo con un colpo ravvicinato alla nuca, avrebbe commesso un errore, forse più di uno.  E' quello che stanno cercando di verificare gli inquirenti che, ieri hanno tenuto un doppio vertice, uno al mattino e uno al pomeriggio, per fare il punto sulle strategie investigative. Robusto il giro di vite dato alle indagini. E questo soprattutto alla luce delle novità emerse sulla scena del delitto, a seguito dell'autopsia: la distanza ravvicinata da cui sarebbe stato esploso il colpo - addirittura sembra da appena un paio di metri - l'inclinazione del foro dall'alto verso il basso e il calibro 24 che potrebbe appartenere a un fucile ma anche ad una pisola. 

Tutti indizi che hanno costretto i carabinieri della compagnia di Orvieto che conducono le indagini - sotto il coordinamento del capo della procura, Calogero Ferrotti - (nelle ultime ore si sarebbero aggiunti anche i carabinieri del Ris) a rivalutare completamente la testimonianza resa dalla "lucciola", da sabato tenuta costantemente sotto torchio.  E' lei la chiave del mistero.  Di questo gli inquirenti sarebbero convinti.  Nelle pieghe del suo dire o non dire potrebbe essere nascosto il mistero del movente che è costato la vita all'elettrauto di Allerona scalo. 

Il riserbo è massimo, tuttavia sembra che le piste tenute in considerazione siano più di una. Tre o quattro addirittura.  Ma sostanzialmente, a quanto pare, tutte legate al racket della prostituzione col quale Mencarelli sarebbe entrato, consapevolmente o inconsapevolmente, in contatto per quella sua frequentazione divenuta col tempo così assidua.  Fino a che magari di lei non poteva più fare a meno.  L'avrebbe portata anche ad Allerona una sera e ne aveva parlato con qualche conoscente.  Strano per lui, un tipo così schivo e riservato.  Ma se per lui quella giovane bosniaca rappresentava qualcosa di più, era altrettanto preziosa, col giro che aveva, per i suoi eventuali protettori che non l'avrebbero lasciata andare certo tanto facilmente.  Mencarelli potrebbe essersi opposto alle loro richieste.  Forse voleva fare a modo suo, insomma, senza capire effettivamente cosa stava rischiando.  E' solo un'ipotesi ma gli investigatori non tralasciano nulla.  Neanche i si dice.  E continuano, infatti, senza sosta a cercare riscontri sul litigio con due stranieri che Mencarelli avrebbe avuto la sera prima di morire all'autogrill di Fabro.  Senza successo, a quanto pare.  Preziosi per ricostruire gli ultimi istanti di vita dell'uomo saranno soprattutto i tabulati telefonici del suo cellulare, disponibili a giorni.  Anche se non è escluso le indagini possano subire un'accelerata già a partire dalle prossime ore.  

Una mano importante agli inquirenti l'avrebbero data, infatti, anche i molti appunti e numeri di telefono che venerdì pomeriggio sono stati sequestrati a casa dell'uomo e nel suo negozio a piano terra dell'abitazione di vai Mazzini.  Mencarelli scriveva e appuntava molto e questo potrebbe rivelarsi una fortuna per le indagini.  Magari tra quelle carte si nasconde il nome del suo aguzzino o magari si trova quel filo misterioso che negli ultimi tempi lo portava via e lo teneva sempre più spesso lontano dal quel negozio.  Un negozio aperto da sette otto anni a questa parte, mentre prima lavorava in un concessionario orvietano.  Ma negli ultimi tempi c'era poco ad Allerona, sempre meno.  Cosa faceva, dove andava non lo sapeva nessuno e forse in pochi se lo chiedevano in quel paese in cui Sauro non aveva mai dato confidenza a nessuno.  A Perugia andava spesso per acquistare l'impiantistica che gli serviva per il proprio lavoro e forse è proprio così che è incappato in quella giovane donna che, giorno dopo giorno, gli avrebbe levato il sonno portandolo sempre più spesso, anche al mattino presto, sulla "Baschi - Todi" dove, anche nell'arco della stessa giornata, sarebbe stato visto più volte.  E forse anche per questo o per qualche motivo che poteva riallacciarsi a lei, avrebbe iniziato a chiedere soldi a casa ad assentarsi sempre più frequentemente. A volte dicendo che andava a Perugia come la mattina di venerdì in cui, invece, non lontano da quella strada ad attenderlo c'era la morte.

Pubblicato il: 01/11/2005

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