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Una gang misteriosa dietro l'omicidio di Sauro Mencarelli

L'elettrauto avrebbe pagato con la vita l'attaccamento verso quella giovane prostituta bosniaca con la quale venerdì mattina, come tanti altri giorni prima di quello, l'ultimo, si era appartato lungo la strada vicinale di Acqualoreto: giustiziato da pochi metri di distanza, a sangue freddo...

di Stefania Tomba

ORVIETO - Ci sarebbe una gang misteriosa dietro l'omicidio di Sauro Mencarelli.  L'elettrauto di 44 anni di Allerona scalo avrebbe pagato con la vita l'attaccamento verso quella giovane prostituta bosniaca con la quale venerdì mattina, come tanti altri giorni prima di quello, l'ultimo, si era appartato lungo la strada vicinale di Acqualoreto: giustiziato da pochi metri di distanza, a sangue freddo. Gli inquirenti restano chiusi nel riserbo più stretto, ma questa, a quanto pare, sarebbe l'ipotesi attorno alla quale si sarebbero messi al lavoro dal pomeriggio stesso in cui l'autopsia ha confermato il piccolo calibro del proiettile, esploso - non si escluderebbe - da una pistola e da una distanza ravvicinata. Un foro secco, dall'alto verso il basso. Se così fosse lo scenario del delitto cambia completamente. E a questo punto, anche il movente sembra focalizzarsi con maggior chiarezza.

L'ipotesi, insomma, che dietro l'omicidio possa esserci la mano di un'organizzazione dedita al racket della prostituzione sembra balzare in primo piano nelle indagini.  Magari Mencarelli era diventato un cliente troppo assiduo o magari aspirava ad avere qualcosa di più dalla giovane, poteva aver fatto capire che voleva toglierla dalla strada, entrando così in contatto con il giro dei possibili protettori. Ma poi magari potrebbe essersi rifiutato di riscattarla o semplicemente era diventato un cliente scomodo. Allora tutto avrebbe un senso, compreso quel litigio con due stranieri che in paese si dice Mencarelli abbia avuto a Fabro la sera prima di essere ucciso. Un episodio che gli inquirenti in queste ore stanno affannosamente cercando di verificare insieme alle ultime ore di vita dell'uomo. Da quando Mencarelli sarebbe partito di buon ora, venerdì mattina, dalla casa dei genitori dicendo alla madre, a quanto pare, che andava a Perugia per lavoro.

La giornata di ieri è servita ai carabinieri della compagnia di Orvieto che conducono le indagini - sotto il coordinamento del capo della procura, Calogero Ferrotti -  a passare al setaccio le agendine e gli appunti sequestrati in casa dell'uomo. Parallelamente sarebbero state avviate anche una raffica di verifiche patrimoniali per far luce sulle entrare e sulle spese della vittima che, pare, negli ultimi tempi chiedesse sempre più spesso somme di denaro ai propri genitori. Ma si scava, soprattutto, nei contatti di Mencarelli, per trovare un numero di telefono, un nome che sia fuori logica nella vita apparentemente tranquilla dell'elettrauto. In attesa che siano pronti i tabulati telefonici dai quali gli inquirenti aspettano risposte che potrebbero essere determinanti.

Come determinante a questo punto, alla luce dei riscontri tecnici e testimoniali, sarà tornare ad ascoltare, nelle prossime ore, la versione fornita dalla "lucciola" che, ieri mattina, non era al solito posto, l'incrocio della statale per Acqualoreto, dove da sette anni a questa parte batte "il marciapiede" ogni giorno. Per inquadrare nuovamente la scena del delitto e anche per capire, per quello che è possibile, la natura del rapporto tra i due. Pare, infatti, che Mencarelli l'avesse anche portata ad Allerona una sera, in un podere di campagna dove sarebbe stato insieme a lei per qualche ora. Forse per lui quella trentenne, con un giro di clienti da capogiro, non era propriamente "una di quelle".

Pubblicato il: 31/10/2005

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