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Si apparta con una prostituta, ucciso con un colpo di fucile alla testa

Sauro Mencarelli, elettrauto di 44 anni, di Allerona scalo, celibe, incensurato, è stato freddato, ieri mattina, con un proiettile di piccolo calibro che gli ha trafitto la parte alta della nuca mentre in un bosco di Acqualoreto. Indagini a 360 gradi..

di Stefania Tomba

ORVIETO - Si apparta con una prostituta, ucciso con un colpo di fucile alla testa.  Sauro Mencarelli, elettrauto di 44 anni, di Allerona scalo, celibe, incensurato, è colpito a morte, ieri mattina, con un proiettile di piccolo calibro che gli ha trafitto la parte alta della nuca mentre, fuori dalla propria auto, si ricomponeva dopo l'incontro con una donna di origini bosniache di 30 anni con la quale si trovava lungo una strada vicinale della frazione di Acqualoreto, nelle campagne del Comune di Baschi.

Sulla natura dell'omicidio le indagini ruotano a 360 gradi.  Anche se, col passare delle ore, tra le ipotesi prese in considerazione dagli inquirenti, quella di un incidente di caccia di frodo e quella del delitto con movente (non si escluderebbe di origine passionale) la seconda sembrerebbe sempre più farsi largo.  

E' successo tutto intorno alle 8,15 del mattino di ieri.  La coppia si trova appartata lungo la strada bianca della frazione di Acqualoreto, proprio all'altezza dell'interruzione causata, lo scorso aprile, dalla frana nei pressi dell'acquedotto "della Pasquarella". Un posto, per questo, giudicato "sicuro" e quindi molto frequentato per quel genere d'incontri che nella zona, in cui è notoriamente molto diffusa la prostituzione sono numerosi.  Per maggior sicurezza lui parcheggia a marcia indietro, con le spalle alla frana, pronto per ripartire e per vedere in tempo che qualcuno non sopraggiungesse da davanti. I due stanno insieme.  Per poco tempo - secondo le ricostruzioni - probabilmente neanche un quarto d'ora. Quando lui scende dalla Fiat punto blu elettrico per sistemarsi meglio da in piedi, lei, invece, resta dentro l'auto, coi sedili reclinati. Intanto parlano, lei dal sedile lui fuori dell'auto, il capo leggermente spostato a destra per guaradarla mentre parla.  Poi uno sparo secco che arriva probabilmente da dietro, il sangue dalla testa che schizza sul finestrino, lui sbatte contro il montante della portiera e si accascia a terra sul fianco sinistro, in un una pozza di sangue.  Tutto sotto gli occhi della donna che, in preda al panico, non controlla neanche il cadavere ma fugge inorridita.  E di corsa fa i 300 metri di strada bianca che la separano dalla comunale "Orvietana" dove ferma la prima auto che passa. La chiamata al 112 è delle 8,30.

A quel punto l'intervento dei carabinieri della compagnia di Orvieto e della stazione di Baschi e del Corpo forestale dello stato. Mentre il medico legale che effettua la ricognizione cadaverica conferma la morte immediata, causata da un proiettile che ha prodotto un foro secco, delle dimensioni di circa due centimetri, nella parte alta della nuca, un foro leggermente spostato verso destra. La zona boschiva viene setacciata metro per metro per il raggio di circa un chilometro. Le vie di fuga possibili, da quel punto, infatti, se si esclude l'accesso dalla comunale, sono tutte a piedi. Ma l'unica cosa che avrebbero trovato i militari e gli uomini del Corpo forestale sarebbero stati soltanto passaggi freschi di cinghiali, numerosi in quei boschi. Non aiuta neanche la ricerca di testimonianze. Nel raggio di 800 metri dalla scena dell'omicidio, infatti, c'è soltanto un casolare, nelle immediate vicinanze, ma abitato unicamente d'estate e un'altra abitazione, più distante, con due anziani che non avrebbero sentito, né visto nulla.

Ad aprire qualche spiraglio è l'ingegnere balistico che, nel primo pomeriggio, avrebbe confermato l'ipotesi che il colpo, sparato da un fucile o da una carabina, potrebbe esser giunto dalle spalle dell'uomo, forse da una distanza di circa 30 metri. E dunque - probabilmente - non dal costone che fiancheggia a sinistra la vicinale, come si era anche ipotizzato in un primo momento, e dove, per altro, il fitto fogliame e i rami della boscaglia non presenterebbero alcun segno del passaggio di un proiettile. Sul posto anche il capo della procura Calogero Ferrotti che coordina l'attività d'indagine dei militari. Militari che nella giornata di ieri, hanno sentito numerose persone, per capire se nella zona sia stata vista aggirarsi qualche vettura e per iniziare a scavare nella vita dei protagonisti del dramma. A lungo hanno ascoltato la straniera, sotto choc per quanto accaduto. Si tratta di cittadina di origini bosniache di 30 anni, in regola col permesso di soggiorno, residente a Marsciano, dove è sposata da anni con un pensionato ultrassantenne della zona che, ad ore, sarà anche lui ascoltato. La giovane donna è piuttosto conosciuta, non fosse altro perché da circa sette anni batte "il marciapiede" sull'incrocio che dall'Amerina conduce ad Acqualoreto. Nella stessa giornata i carabinieri hanno passato al setaccio anche l'abitazione di via Mazzini ad Allerona scalo, dove Mencarelli viveva insieme agli anziani genitori. Indicazioni utili per le indagini potrebbero arrivare anche dall'esame dei tabulati telefonici dell'uomo richiesti dal magistrato e certamente sono comunque attese novità fondamentali dall'autopsia disposta per questa mattina alle 11. L'esame permetterà infatti di recuperare il proiettile che ha colpito e ucciso l'elettrauto. La successiva perizia balistica permetterà quindi di stabilire con certezza almeno l'arma che ha sparato e la distanza.

Pubblicato il: 29/10/2005

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