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Fondazione CRO. Salta di nuovo l'assemblea

Manca il numero legale per potere operare. Il vescovo Scanavino - presente in assemblea - propone di verificare la possibilità di riammettere i vecchi soci per ristabilire la pace e il confronto...

ORVIETO - Ennesimo buco nell'acqua alla Fondazione Cro.  L'assemblea di ieri, che doveva votare il bilancio, la decadenza di altri tre soci e due nuovi membri del consiglio di indirizzo è durata poco più di quindici minuti. La scena è la stessa della settimana scorsa.  La frangia che si oppone al presidente Terracina si è alzata ancora, facendo mancare il numero legale. In assemblea sono restati 26 soci, ce ne volevano 30 per procedere alle votazioni. È così che, al secondo tentativo, è di nuovo saltato tutto. Compreso il sì al bilancio che dovrà arrivare prima del 31 ottobre se non si vuole rischiare il commissariamento dell'Ente. Una condizione che di fronte all'attuale ingestibilità potrebbe anche profilarsi. Ma andiamo per ordine. Per prime arrivano le dimissioni ufficiali, ed eccellenti, del professor Bruno Cavallo, già presidente della Fondazione. Ed è il primo, annunciato, colpo duro. Poi il primo punto all'ordine del giorno: ovvero l'approvazione del bilancio preventivo.  Ad alzarsi per chiedere di anticipare la discussione relativa ai soci sarebbero stati don Marcello Pettinelli e Pierluigi Neri. È stato di nuovo muro contro muro. L'inversione dell'ordine del giorno non passa e i soci (depositari anche di deleghe) se ne vanno. L'assemblea, una volta constatata l'assenza del numero legale, è ufficialmente sciolta. Ma l'invito formulato dal vescovo, monsignor Giovanni Scanavino - presente in assemblea - è ugualmente dirompente. Verificare la possibilità di riammettere i vecchi soci per ristabilire la pace e il confronto. Fare un passo indietro, insomma, per arrivare a una condizione per gestire una situazione che pare sfuggire ormai ad ogni controllo. E a rompere il silenzio è adesso anche il sindaco, Stefano Mocio, non presente ieri in assemblea per altri impegni istituzionali. "Credo che serva equilibrio - dice - per mettere al riparo l'istituzione da atteggiamenti che possano nuocere alla sua immagine.  E per questo occorre far presto e trovare una soluzione".

 

A denunciare, invece, che quella in Fondazione sarebbe una battaglia politica senza esclusione di colpi che potrebbe aprire la strada anche a percorsi speculativi era stato, ieri, il consigliere regionale di An, Alfredo De Sio. Intanto pare che l'opposizione a Terracina rimproveri al presidente un atteggiamento duplice in quanto altri soci si sarebbero venuti a trovare in questi anni nella condizione di essere stati assenti per più di tre volte alle assemblee - motivo per cui sono stati estromessi in 21- e per loro non sarebbe stata richiesta alcuna decadenza. Sulla legittimità delle scelte della Fondazione è il comitato stesso di presidenza dell'assemblea dei soci e il cda della Fondazione, in una nota della tarda serata di ieri, a fare alcune precisazioni. Sul fatto innanzitutto che dal 2004 le lettere di convocazione ricordano ai soci che l'assenza ingiustificata per tre volte consecutive comporta la decadenza. Puntualizzano di aver agito nel rispetto dello statuto e di "deplorare il comportamento di coloro che forniscono alla stampa notizie orientate a screditare la Fondazione". L'auspicio, affermano è che "vengano evitati comportamenti finalizzati a rendere difficoltosa l'operatività dell'assemblea dei soci".

Pubblicato il: 28/10/2005

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