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Fondazione, l'ora della verità

Nel pomeriggio l'assemblea della Fondazione Cro per la decadenza di latri soci, in vista nuove dimissioni eccellenti.  E De Sio (An) attacca: "Una strategia per aprire a percorsi speculativi"

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ORVIETO - È il giorno della verità per la Fondazione. L'assemblea, dopo la seduta di venerdì mandata a monte da sei soci che se ne sono andati facendo mancare il numero legale per procedere al voto per la decadenza di altri 4 "assenteisti", è di nuovo convocata questo pomeriggio per tentare la stessa operazione. Il tutto mentre, nel frattempo, dopo le 3 dimissioni rassegnate la scorsa settimana dall'Ente, pare che oggi l'assemblea dovrà prendere atto di un'altra dimissione e fare i conti con le illazioni lanciate ieri dal consigliere regionale di An, Alfredo De Sio. Ovvero che dietro le manovre di palazzo Coelli si potrebbe nascondere un tentativo di speculazione, per arrivare magari a un ulteriore cessione delle quote di partecipazione della Cro ai fiorentini.  Ma non solo. De Sio rompe il silenzio del mondo politico attorno alla vicenda parlando di guerra senza esclusione di colpi e auspica l'intervento del Ministero dell'Economia a garanzia della regolarità di gestione di questa fase della vita dell'Ente. "Sulla vicenda c'è un assordante silenzio delle istituzioni che dà la dimensione di come sia in corso una guerra senza esclusione di colpi per il controllo, anche politico, della Fondazione stessa". Dice De Sio. "Appare chiaro - riprende il consigliere di An - come l'attuale situazione di confusione e d'ingovernabilità non sia altro che la strategia da qualcuno scelta per dare dell'Istituto una cattiva immagine e magari, più o meno inconsciamente, aprire la strada a percorsi speculativi che nulla hanno a che fare con le finalità di valorizzazione e buona amministrazione di un patrimonio di tutti gli orvietani. Troppi sono gli elementi di perplessità in questa vicenda e non è più possibile appellarsi ad una presunta autonomia quando emergono quotidianamente elementi che intrecciano, l'uso disinvolto a giorni alterni dello statuto per attuare epurazioni specifiche, con alcune scelte del passato che automaticamente potrebbero innescare percorsi di ulteriore cessione delle residue quote di partecipazione".  "È necessario - afferma De Sio - che tutti, la politica e le istituzioni, rinuncino ad atteggiamenti pilateschi e si facciano invece carico di sollecitare una corretta azione dall'esterno a garanzia e tutela di un patrimonio della comunità orvietana. Non è in discussione l'autonomia dell'Istituto che non deve essere oggetto di alcuna pressione esterna - conclude infine l'esponente di An - ma è  essenziale che vi sia una azione concreta del Ministero dell'Economia, affinché si garantisca il regolare svolgimento e la correttezza di tutti i passaggi in essere, nell'interesse di tutti e non di qualcuno".

Pubblicato il: 27/10/2005

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