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In giudizio per falsificazione di documenti e detenzione di materiale pedo-pornografico

L'uomo, residente a Monterubiaglio, è al cedntro di una complessa vicenda giudiziaria già dal '99

ORVIETO - Falsificazione di documenti e detenzione di materiale pedo-pornografico. Con queste accuse è tornato ieri mattina davanti al giudice Forlani, un 43enne residente a Monterubiaglio, S.T., già al centro di una lunga vicenda che nell'estate del '99 lo vide agli arresti perché sospettato di essere al centro di un vasto giro di pedofilia, legato alla vendita di cassette pornografiche. Gli inquirenti gliene sequestrarono ben 300 nella sua abitazione, insieme al denaro ritenuto frutto del traffico illecito. Da lì prese il via un'inchiesta che aveva portato ad individuare altri presunti pedofili in Germania e in altri paesi europei. L'uomo venne prosciolto dalle accuse e i legali provarono che il denaro era frutto di una pensione di reversibilità e, dunque, di provenienza lecita. Quattro perizie psichiatriche lo definiscono, tuttavia, seminfermo di mente. La prima, la perizia Bruno del 28 ottobre 1999, lo ritrae addirittura come assolutamente incapace. Una tara mentale - secondo la tesi della difesa - lo avrebbe convinto di essere una sorta di "cavaliere senza macchia" che si sarebbe assunto il compito di distruggere la pedofilia. Nell'udienza di ieri mattina, la prima dopo che gli atti erano stati rimessi al presidente per incompatibilità del giudice, sono state ammesse le prove (il materiale pedo-pornografico trovato nel portafogli e presso l'abitazione dell'uomo) ed è stato ascoltato il medico incaricato, che lo ha definito come un individuo "non integrato, non gestibile e soggetto ad alterazioni dello stato cosciente". La sentenza nella prossima udienza fissata per l'8 novembre.

Pubblicato il: 26/10/2005

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