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Sambo Trio. Musica jazz di qualità

Genere jazz e affini, dall'afro-cubano con contaminazioni provenienti dalla musica popolare, etnica, fino a quella classica. Miscelano e improvvisano i Sambo Trio, musicisti professionisti, Roberto Forlini, Sisto Feroli, Marco Aquilani

Società

di Valeria Cioccolo

Gruppo solo strumentale. Genere jazz e affini (afro-cubano, musica classica, popolare, etnica). Roberto Forlini e Sisto Feroli si incontrano circa tre anni fa, li unisce la passione per la musica (sono tutti e due insegnanti), per il jazz, per ritmi sperimentali. Nasce il feeling, ed è Sambo Trio. Il gruppo cambia nel tempo, Roberto (batteria) e Sisto (chitarra) rimangono il fulcro, intorno si alternano vari componenti (attualmente al basso c'è Marco Aquilani), ma la voglia di suonare, di proporre di sperimentare rimane. Si incontrano senza darsi scadenze, tra impegni di lavoro, lezioni, collaborazioni con altri gruppi in giro per l'Italia, l'importante è ritrovarsi e di nuovo divertirsi e far divertire. Scelgono così poche serate ma di qualità, suonano musica "da ascolto", ma riescono a movimentare gli spettacoli se la gente vuole ballare. Ed è proprio questa la cosa più stimolante, essere eclettici, trasformarsi, reinterpretare una serata, quasi improvvisarla. Fanno concerti nei locali della zona, hanno suonato il 21 dicembre scorso al San Leonardo di Viterbo un concerto di brani natalizi rivisti in chiave jazz. Ormai da alcuni anni partecipano alla manifestazione "chitarre fuori dal tempo", che si svolge sempre al San Leonardo i primi di settembre. Ma l'esperienza più importante riguarda sicuramente la collaborazione col noto compositore e polistrumentista Alessandro Alessandroni, con cui stanno preparando un CD. «L'idea è quella di muoversi a piccoli passi, cominciando dai locali limitrofi, divertirsi, far divertire e magari però trovare l'occasione giusta». La musica per tutti i Sambo Trio è anche lavoro. È studio continuo, è una sfida, un continuo volersi migliorare. Ed è proprio grazie a questo che riescono a comunicare a chi li ascolta quel qualcosa in più, quel suono particolare, quell'emozione. E così può capitare che ti ritrovi tra il pubblico un bambino che segue attento tutto il tuo concerto, ti guarda e ti ascolta rapito per tutto il tempo, sorprendente? No, possibile.

Pubblicato il: 16/03/2003

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