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Fondazione CRO. Si gonfia l'opposizione a Terracina

Si allarga il dissenso contro il presidente della Fondazione e sono una trentina i soci che sono ormai fuori. Sembra prendere corpo un'opposizione con una linea gestionale alternativa all'attuale

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Terracina ci riprova. Un'altra seduta dell'assemblea della Fondazione Cro sembra sia stata fissata per giovedì prossimo in vista, sempre, della dichiarazione di decadenza di altri quattro soci e della nomina di due membri del consiglio di indirizzo.  Intanto, il giorno dopo il terremoto che si è scatenato a palazzo Coelli sulla procedura con cui si pretendeva di andare al voto per la decadenza degli "assenteisti" (una procedura che avrebbe negato ai soci di conoscere preventivamente i nomi rispetto ai quali si andava alla votazione) e che ha portato, venerdì pomeriggio, alla rivolta di sei soci che, sbattendo la porta, hanno fatto mancare il numero legale, mandando all'aria l'incontro, si lavora di diplomazia.  Per calmare le acque e soprattutto trovare i numeri per far passare una soluzione.  Anche se la sensazione è che ormai non si tratti più soltanto di numeri.  Con una trentina di soci "fuori dalla porta" (ventuno quelli esclusi ad aprile, sei quelli che si sono messi di traverso venerdì, tre dimissionari proprio in questi giorni) il dissenso è ormai conclamato.  La frangia si è gonfiata, senza contare che venerdì ci sarebbero stati anche altri soci pronti a dire di no al voto per l'estromissione.  E che una dimissione importante, tra le tre di questa settimana, quella di Marcello Morotti, dall'assemblea della Fondazione, fa seguito alle dimissioni rassegnate tempo fa anche dalla banca, la Cassa di Risparmio, dove Morotti era membro tanto del Consiglio di amministrazione quanto del Comitato esecutivo.

Il tutto traccia un quadro emblematico dal quale emerge chiaramente che al centro del contendere non c'è più - o forse non c'è mai stato - un mero puntiglio tecnico - giuridico, ma, in maniera più sostanziale, probabilmente, la gestione dell'Ente nel suo complesso.  Così mentre da un lato il Consiglio di amministrazione della Fondazione serra la fila, unito, attorno al proprio presidente, dall'altro c'è già chi pensa al dopo Terracina. E insieme probabilmente a ridisegnare una nuova gestione e un nuovo progetto politico ed economico per quello che è l'Ente più importante della città.

Pubblicato il: 24/10/2005

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