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Impugnata la delibera che ha buttato fuori venti soci dalla Fondazione Cassa di Risparmio

A dare battaglia sono l'avvocato Manlio Morcella, l'architetto Glauco Provani, l'antiquario Ernesto Petrella e Renato Piazzai

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di Stefania Tomba

ORVIETO - Avevano minacciato di passare alle vie legali e lo hanno fatto.  È stato depositato ieri mattina presso il tribunale di Orvieto l'atto con cui formalmente viene impugnata la delibera che, ad aprile scorso, ha buttato fuori venti soci dalla Fondazione Cassa di Risparmio.  A dare battaglia sono l'avvocato Manlio Morcella, l'architetto Glauco Provani, l'antiquario Ernesto Petrella e Renato Piazzai.

Quattro dei venti nomi destinatari delle lettere di decadenza che - avvalendosi della consulenza degli avvocati Anna Dean, Maria Letizia Carizia e Massimo Morcella - contestano l'esclusione definendola "illegittima e immotivata" e chiedono che il tribunale li riammetta in seno all'assemblea, con un provvedimento d'urgenza, già a partire dalla riunione convocata per giovedì prossimo.  Una seduta importante quella in agenda questa settimana. Secondo i bene informati, si andrebbe infatti all'estromissione di altri soci e alla nomina di due nuovi membri del comitato di indirizzo, che è l'organismo forse più importante e sicuramente il più strategico all'interno della Fondazione, per il compito che gli è affidato di individuare le scelte fondamentali e le iniziative dell'Ente intese al raggiungimento delle sue finalità.  A maggio scorso entrarono nel comitato di indirizzo l'imprenditore Sandro Martinelli, in rappresentanza della Fondazione Faina, e Roberto Basili, allora segretario della locale Cna, in rappresentanza della Camera di Commercio.

Le nomine arrivano a stretto giro dal terremoto scatenato dalle lettere di decadenza fatte recapitare ai venti soci. Si trattava di Manlio Morcella, Glauco Provani, Andrea Muzi, Felice Attioli, Francesco Menegali, Luigi Menegali, Ernesto Petrella, Franco Ceprini, Patrizia Mogetti, Giuseppe Barlozzini, Giovanni Fieschi, Ravaschieri Del Drago, Giuseppe Gualterio, Lanfranco Livolsi, Gian Francesco Malvolti, Mario Molajoni, Renato Piazzai, Franco Pongelli, Sandro Scattoni, Italo Torroni e Piero Ubaldini. Esclusi tutti dall'assemblea in quanto assenti per tre volte consecutive alle riunioni. Una prassi, a detta degli esclusi, mai seguita in passato e tanto più sospetta per il rigore formale con cui è stata applicata in una fase, come quella attuale, in cui che si va al rinnovo della cariche direttive. "Il numero delle assenze ripetute dei soci non è tanto l'apparente sintomo di un disimpegno, quanto piuttosto una protesta velata e senza voce rimasta inascoltata da chi, nel seno dell'assemblea e dunque dell'Ente, avrebbe dovuto comprenderla". È quanto sottolineavano diciassette dei ventuno soci nella lettera al veleno in cui puntavano i piedi contro l'esclusione. Un'esclusione con cui - stando alle indiscrezioni - i venti soci avrebbero "pagato" niente altro che l'opposizione al presidente della Fondazione, l'architetto, Torquato Terracina, al quale avrebbero rimproverato più volte, tra le altre cose, di aver agito in più occasioni senza il parere dei soci

Pubblicato il: 18/10/2005

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