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Auto nel laghetto di Ciconia. È mistero

Ripescata nel bacino artificiale a Orvieto scalo. La vettura appratiene a un belga, forse rientrato in patria. Negativa la ricerca dei sommozzatori.

di Stefania Tomba

ORVIETO - È giallo a Ciconia sul ritrovamento di un'automobile sommersa nel laghetto artificiale del parco fluviale del Paglia.  Una Lancia Ypsilon bianca, targata Firenze di cui affiorava soltanto il lunotto posteriore e la staccionata che recinge lo specchio d'acqua sfondata.  È la scena inquietante che,  intorno alle 8,15 del mattino, si è ritrovato di fronte un orvietano di quarant'anni durante la corsa domenicale al parco.  Immediata è scattata la segnalazione ai carabinieri dello Scalo e con essa la girandola di ipotesi che potessero offrire una spiegazione plausibile all'accaduto.

La vettura, in regola con l'assicurazione, è risultata, poi, intestata a un giovane belga, residente nel Comune di Orvieto, le cui iniziali rispondono a T.W.. Dell'uomo si sarebbe, però, persa ogni traccia da almeno cinque o sei mesi. L'ipotesi più attendibile secondo i militari dell'Arma che, tuttavia, nella giornata di ieri non sono riusciti a rintracciarlo, è che sia tornato in Belgio.  La vettura è stata recuperata grazie all'intervento dei vigili  del fuoco e posta subito dopo sotto sequestro. 

Lo scenario più agghiacciante quello di un omicidio o di un suicidio sarebbe stato, almeno per il momento scartato, visto che le ricerche del nucleo dei sommozzatori dei vigili del fuoco fatti giungere da Roma non ha dato alcun esito.  Gli uomini hanno passato al setaccio gli ottocento metri quadri dello specchio d'acqua con una tecnica di ricerca "tattile" - com'è detto in gergo - visto che la melma del lago impedisce completamente la visibilità del fondo (il punto più profondo arriva a circa quattro metri).  Ulteriori accertamenti potrebbero essere disposti già a partire dalle prossime ore.  Per il momento l'ipotesi più accreditata dagli inquirenti, almeno ufficialmente, resta quella che si sia trattato molto banalmente di una bravata del sabato notte di qualche teppista. 

Anche se si starebbe lavorando in ogni direzione per far luce sui tanti punti oscuri della vicenda.  In primis, come abbia fatto l'auto ad arrivare fin lì, chi ce l'abbia portata, perché e soprattutto da dove. Ovvero dove il belga l'avrebbe lasciata parcheggiata prima di partire per la sua destinazione. Se sotto la propria abitazione, lungo la strada che dalla frazione del Tamburino conduce a Canale, o - ipotesi che sarebbe meno complicata per le indagini - nel parcheggio della stazione ferroviaria attiguo al laghetto. Un punto, di certo non l'unico, su cui si infittisce il mistero dell'intera vicenda.

Pubblicato il: 17/10/2005

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