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Scabbia anche alle elementari di Orvieto scalo

Dopop la casa di risposo, dove i casi sono divenuti dieci, anche la scuola. Le istruzioni per proteggersi fornite da Comune ed ASL

ORVIETO - Allarme scabbia, tre casi di contagio in una scuola elementare di Orvieto scalo.  A renderlo noto sono stati ieri il Comune e la Asl che hanno fatto anche sapere di aver immediatamente provveduto ad individuare e attivare tutti "i percorsi profilattici specifici".  Intanto salgono ufficialmente a dieci le persone che hanno contatto l'infezione nella casa di riposo della frazione del Comune di Orvieto, dopo il caso dell'anziana di novant'anni, Maria Antonietta Priolo, poi deceduta il 29 settembre scorso al policlinico Monteluce di Perugia.  Ad essere colpiti dall'acaro della scabbia nell'istituto scolastico dello Scalo sono stati tre bambini: due fratellini e un amichetto. "I casi - specifica il Comune di Orvieto insieme alla Asl, in una nota indirizzata ai genitori - sono stati tempestivamente diagnosticati e isolati. Sono stati, inoltre, individuati ed attivati percorsi profilattici specifici". L'obiettivo è quello di prevenire le possibilità di contagio e per questo amministrazione e Asl hanno pensato, in primis, a comunicare, in maniera "puntuale e capillare", gli effettivi rischi della malattia e le modalità con cui si trasmette l'acaro.  Lo hanno fatto con tutti i soggetti coinvolti: dagli alunni, agli insegnanti e tutto il personale che può essere stato a contatto in questi giorni con i bambini. Bambini che resteranno a casa, fino a completa guarigione, così come disposto dalla prescrizioni mediche del caso. Per tutti gli altri alunni le lezioni proseguono in maniera regolare. La scuola non chiuderà. "È importante precisare - affermano infatti i sanitari e il Comune - che il tempo di sopravvivenza di questi parassiti, all'esterno dell'uomo non oltrepassa i due-tre giorni, e quindi in un ambiente scolastico non ha modo di sopravvivenza, per cui la disinfestazione ambientale non è né giustificata, né necessaria". Fermo restando che "devono sottoporsi a visita medica per l'eventuale manifestazione dell'infestazione - come indica il capo dipartimento della prevenzione della Asl, Remo Romoli - tutte le persone che hanno condiviso gli stessi ambienti con i bambini. E per coloro che hanno avuto contatto prolungato è indicato il trattamento profilattico".  Di proporzioni decisamente più importanti di quelle che era dato conoscere in un primo momento si è rivelata, poi, la diffusione della malattia nella casa di riposo della frazione di Orvieto. Dove al caso della novantenne denunciato alla Asl, nei giorni scorsi, si sono sommati altri dieci casi: cinque tra gli operatori e cinque tra i degenti. La casa di riposo, nella salvaguardia della salute dei suoi assistiti, ha dovuto provvedere agli adempimenti di legge prescritti dal servizio d'igiene della Asl. Le operazioni hanno comportato, tra l'altro, il trasferimento momentaneo degli ospiti della casa di riposo in una struttura adiacente a quella utilizzata e il trattamento sanitario tanto del personale quanto dei degenti. Oltre naturalmente al rinnovo totale dei materassi, cuscini, tendaggi e di tutto quanto potesse essere considerato ricettacolo per la polvere in cui albergano gli acari che trasmettono la malattia.

Pubblicato il: 15/10/2005

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