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Anziana si ammala di scabbia durante il soggiorno in una casa di riposo dell'Orvietano

È successo ad un anziana di 90 anni, Maria Antonietta Priolo.  La donna, già molto in avanti con l'età, è deceduta il ventinove settembre scorso dopo una settimana di ricovero all'ospedale Monteluce di Perugia...

ORVIETO - Si ammala di scabbia durante il soggiorno in una casa di riposo dell'Orvietano.  È successo ad un anziana di 90 anni, Maria Antonietta Priolo.  La donna, già molto in avanti con l'età, è deceduta il ventinove settembre scorso dopo una settimana di ricovero all'ospedale Monteluce di Perugia dove gli specialisti le avevano diagnosticato una forma particolarmente acuta della malattia.  Immediatamente è scattata da parte dei sanitari la denuncia di malattia infettiva, obbligatoria per legge in questi casi, al servizio di igiene della Asl di Orvieto che, nei giorni scorsi, ha provveduto all'azione di profilassi presso la struttura, disponendo gli accertamenti e i trattamenti sanitari obbligatori.  Le prescrizioni della Asl avrebbero comportato, tra l'altro, il momentaneo trasferimento degli ospiti della casa di riposo in una struttura adiacente a quella utilizzata.  In modo da provvedere, in tempi rapidi - secondo le disposizioni previste dalla legge -  al cambio dei materassi, cuscini, tendaggi e di tutto quanto potesse essere considerato un ricettacolo per la polvere in cui albergano gli acari che trasmettono la malattia infettiva.  Il rischio, infatti, era quello di incorrere in nuovi contagi, che non si sarebbero, tuttavia, al momento registrarti.  Un rischio che sarebbe stato tanto più tangibile in quanto all'anziana sarebbe stata diagnosticata una varietà particolarmente contagiosa della malattia.  Ovvero la scabbia norvegese.  Una varietà che si osserva solo in pazienti con diminuite difese immunitarie.  La caratteristica più importante della varietà norvegese della scabbia è proprio la sua estrema contagiosità, dovuta all'altissimo numero di acari presenti sulla pelle dell'ammalato e alla loro facile disseminazione nell'ambiente.  Sulla cute di un paziente con scabbia norvegese sono presenti addirittura da 100 ad alcuni milioni di acari, mentre nella scabbia normale il numero di acari è compreso fra 3 a 50, con una media di 10-15.  La diagnosi, tra l'altro - secondo il parere degli esperti -  non è facile, perché la varietà norvegese assomiglia clinicamente a diverse malattie dermatologiche.  A volerci vedere chiaro però adesso sono soprattutto i familiari dell'anziana deceduta che si sono rivolti alla Procura della Repubblica di Orvieto.  I parenti sono intenzionati a capire fino in fondo se, su tutta la vicenda culminata col decesso della donna, alla fine del mese scorso, sia possibile ravvisare qualche inadempienza e dunque qualche responsabilità da parte di qualcuno.  La frequenza della scabbia, che era notevolmente diminuita negli ultimi 50 anni, è, al contrario, decisamente in aumento negli ultimi anni. Ad essere coinvolte soprattutto le comunità in cui c'è una convivenza a stretto contatto, come le carceri, i centri di accoglienza, gli ospedali e le case di riposo.

Pubblicato il: 12/10/2005

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