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Orvieto senza volto. Quale l'identità da promuovere?

Il piano di promozione turistica presentato da Orvieto Promotion costringe a definire una identità certa di Orvieto e dell'Orvietano

foto di copertina

di Dante Freddi

Il piano di promozione presentato da Orvieto Promotion, consorzio di imprenditori privati ed enti pubblici, dovrà servire per sostenere l'immagine della città di Orvieto e del suo territorio nei confronti del mercato di riferimento. Per la campagna saranno spesi 380.000euro.

Fin qui tutto regolare, anzi, bene.
Che un privato, come è Orvieto promotion, decida di investire questa bella cifra per promuovere i suoi soci ed il territorio è lodevole. Anche se, perché non vengano trasmessi  messaggi contraddittori, dovrebbe comunque essere concordata l'identità della  città e del territorio. Decisione questa in gran parte politica, perché richiede la capacità di "maneggiare" tutti gli strumenti di indirizzo e di gestione, dai piani regolatori in giù.

Ma qual è l'identità che Orvieto promotion intende offrire?
Nella pratica, quando dovrà essere confezionata la comunicazione, quale Orvieto e quale Orvietano verranno proposti?

E ancora più nello specifico, un esempio.

La confezione di una banale brochure è un'aspetto semplice in tutta l'operazione di promozione, ma anche uno dei più complessi, perché richiede buona capacità di sintesi ed idee chiare.
Quale Orvieto vi apparirà? la città d'arte, slow, congressuale, di studi, degli eventi, con tanto di paesaggio, ambiente, enogastronomia e folclore? tutto insieme?in quale mix?

Quali manifestazioni saranno annunciate in una cartolina che costerà 150.000 euro?organizzate da chi?quando?

Se dovessimo definire con uno slogan Orvieto, quale termine sarebbe adatto per comunicarne l'identità?

Se Orvieto e l'Orvietano dovessero essere quanto è dettagliato dal piano di promozione presentato dal consorzio, cioè "tutto", non sarebbero niente, non ci sarebbe vantaggio competitivo, non avrebbero nulla di più rispetto al centinaio di centri storici italiani che si presentano come città di "arte, cultura, paesaggio", che hanno un buon vino e una gastronomia dignitosa.

La confezione della comunicazione costringe le aziende a illuminare qualsiasi angolo della loro offerta, a definirne il valore ed a procedere poi ad una selezione, che stabilisce "cosa" raccontare a "chi". Processo di per sé semplice, ma difficile da realizzare, perché la scelta è faticosa e la sintesi complessa.
E poi, quello slogan "Orvieto città narrante", alquanto intellettualistico, che da una decina d'anni accompagna l'immagine della città, andrà salvato?

Scelte, scelte che la politica, di fronte ad un investimento significativo di 380.000 euro, anche se privato, non può eludere e neppure Orvieto promotion ignorare.

 

Nella foto, la presentazione del progetto di promozione confezionato da Orvieto promotion

Pubblicato il: 10/10/2005

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