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Indagini sul cacciatore ucciso a Corbara

Il cacciatore che ha esploso il colpo mortale potrebbe esssere presto iscritto al registro degli indagati nel fascicolo per omicidio colposo, aperto d'ufficio contro ignoti dalla procura della Repubblica di Orvieto

ORVIETO - Potrebbe esssere presto iscritto al registro degli indagati nel fascicolo per omicidio colposo, aperto d'ufficio contro ignoti dalla procura della Repubblica di Orvieto, il cacciatore identificato come il responsabile del colpo partito, domenica mattina, nei boschi di Corbara che ha causato la morte di Romano Grilli.  Il cacciatore di settantacinque anni, di Roma, è stato raggiunto alla testa da una cartuccia calibro dodici che gli ha perforato la fronte uccidendolo all'istante.  A sparargli accidentalmente è stato il fucile di un compagno di squadra: A.R. di quarantadue anni, di origini pugliesi, ma anche lui residente a Roma.  A confermarlo è stata la verifica delle testimonianze, rese ai carabinieri della compagnia di Orvieto, dai cacciatori - la squadra è composta da quarantotto persone, per metà orvietani e per il resto romani - che hanno partecipato alla battuta al cinghiale, domenica mattina, nella riserva di Corbara.  I militari hanno anche provveduto al confronto del proiettile che ha ucciso con quelli caricati nell'arma del presunto responsabile, arrivando definitivamente ad identificarlo.  Secondo le ricostruzioni, Grilli, insieme anche ad altri amici, domenica mattina, era arrivato in ritardo all'appuntamento fissato per l'inizio della battuta.  I "ritardatari" si erano, dunque, aggiunti alla squadra soltanto dopo che le postazioni erano già state assegnate.  A quel punto la battuta è stata momentaneamente interrotta per lasciare che i cacciatori occupassero i posti liberi.  E poi, di nuovo, tutti coi fucili in spalla.  È stato a quel punto che il passaggio della preda nei pressi della postazione assegnata al settantacinquenne ha indotto A.R., che probabilmente non aveva capito dove era state occupati i nuovi posti, a premere il grilletto.  Un colpo che ha mancato il cinghiale e quindi un secondo sparo, in rapida successione, sulla traiettoria dell'animale in movimento.  È stato questo che, deviato da un ramo tagliato di netto, dalla distanza di una ventina di metri, ha perforato la fronte di Grilli causandone la morte all'istante, con un grosso foro in testa e il sangue che gli ha riempito il volto.   Questa, almeno, la ricostruzione del tragico fatto di sangue cui si è arrivati dalle audizioni dei quarantotto cacciatori che compongono la squadra.  Le loro dichiarazioni sono ora al vaglio dei carabinieri della compagnia di Orvieto che conducono le indagini. Intanto sulla salma dell'uomo che, dopo il sopralluogo del magistrato domenica pomeriggio era stata trasferita all'obitorio dell'ospedale di Orvieto, la Procura ha disposto l'autopsia. L'esame è fissato per la tarda mattinata di oggi e sarà utile a fornire agli inquirenti ulteriori dettagli sulla dinamica dell'accaduto

Pubblicato il: 04/10/2005

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