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'Alchèmia' di voci e suoni

Una band che è alla ricerca di un proprio essere, curiosi, preparati, sperimentali, iazz, musica etnica e magie. Si sono costutuiti da pochi mesi ma i progetti, le ideee ed i sogni sono tanti

Società

di Valeria Cioccolo

Sperimentare, con la voce, con le parole, con i suoni, con gli strumenti. Provare a miscelare elementi culturali disparati, conosciuti attraverso l’infinita curiosità verso culture diverse. Creare alchimie insomma da cui gli “Alkémia”, un nome pensato, discusso, forse non definitivo. Un nome significante e metaforico, che anche nel suono e visivamente diventa espressivo. Affascinanti e promettenti le premesse di questo gruppo costituitosi recentissimamente nel novembre 2002 ed esibitosi per la prima volta a Palazzo dei Sette a dicembre. Martina è la voce e il suo curriculum musicale conta anche una tournee con il cantante e compositore Daniele Sepe, alla tastiera troviamo Stefano, che si muove tra lirismo classico e avanguardia; Leonardo (alias Pippo) alterna trombone e vari strumenti, alla chitarra suona Francesco, il basso è affidato a Lamberto, la batteria ad Alessandro, musicista di professione. Tutti i componenti hanno un notevole livello tecnico, hanno studiato musica a livello professionale, hanno frequentato corsi e soprattutto hanno una grande esperienza nell’ascolto di musica jazz che amano e propongono. Definiscono il loro genere “etno-jazz”, non hanno ancora scritto pezzi propri, ma cercano di reinterpretare («ci sembra un po’ pretenzioso affermare questo, non essendo dei professionisti» mi dicono con grande modestia), allora diciamo che l’idea è quella di proporre delle reinterpretazioni di brani famosi (jazz, etnici, jazz-rock, folk,..) attraverso arrangiamenti personali. Ma è proprio questa la filosofia che sta alla base della musica etnica, partire cioè da contaminazioni popolari per dare vita a spunti originali. «Cerchiamo di puntare sulla qualità sonora, su un prodotto valido, raffinato, che scaturisce dalla nostra esperienza. Questa è una sfida costante, un continuo confronto con noi stessi. La nostra musica è per un pubblico di gente che ama ascoltare un certo genere, da club più che da pub … però con questo non vuol dire che suonare nei pub non ci piacerebbe, potrebbe essere anche quello un esperimento, proporre tipo di musica particolare, diversa dal solito, l’importante è divertirsi e far divertire creare un qualcosa che abbia anche un particolare effetto scenico, che incuriosisca.». La musica è quindi soprattutto una grande passione, ma anche un sogno in cui si deve credere. Anche se si sono costituiti da poco, anche se molto è ancora in definizione, le idee sono molte, creare un demo per proporsi, partecipare forse al Sarteano Jazz, suonare in locali giusti (se c’è un locale giusto e uno sbagliato dove proporre musica di qualità), e, soprattutto sperimentare, creare, reinventare, assaggiare e proporre tutte le atmosfere, le tradizioni, i ritmi delle più diverse realtà del mondo. Amano comunque tutta la musica d’autore italiana, da Tenco a Capossela, ma chi è in cerca della propria pietra filosofale non si può fermare, deve conoscere, mescolare i più diversi componenti magici per creare una miscela che sia di tutti i colori. Noi intanto speriamo di ascoltarli presto, anche nei pub.

Pubblicato il: 12/03/2003

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