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Diesse. Queste le idee per il nuovo sviluppo dell'Orvietano

Pubblichiamo il documento diffuso dai diesse dell'Orvietano, che diventerà occasione di dibattito nella "politica" e nella città

foto di copertina

Dall'inizio dell'estate i diesse sono tesi alla costruzione di un nuovo progetto, da confrontare con le altre forze della coalizione, per trovare una via "orvietana" allo sviluppo del territorio. Questo lavoro, questo "cantiere permanente" è stato presentato nella sua traccia  essenziale, che dovrà essere declinata in idee, progetti, azioni. Ma intanto, qualcosa che è nato dall'incontro della politica con l'imprenditoria ed i sindacati c'è ed è un contributo nel dibattito che sembra emergere in città e nel territorio. 
Pubblichiamo il documento diffuso dai diesse dell'Orvietano.

 "Con l'obiettivo di istituire un "cantiere permanente" di programma e di sviluppo i DS dell'Orvietano hanno da qualche tempo intrapreso una fitta agenda di incontri con le forze sociali e imprenditoriali, le organizzazioni di categoria e i sindacati.  Sul tappeto, i temi legati alla situazione economico-produttiva a occupazionale dell'area.

Dai diversi comparti, seppur con differenti espressioni,  emerge pressante la richiesta di rimodulare il modello di sviluppo locale. Le trasformazioni dei flussi di servizi e merci dell'economia mondializzata, le sfide competitive, la riduzione delle risorse nazionali ed europee impongono la definizione di nuovi punti-cardine attorno ai quali aggregare le "centrali attive" dello sviluppo territoriale. 

La crisi strutturale che ha pesantemente colpito il settore produttivo nazionale (si è parlato espressamente di "declino industriale") si è riverberata anche nel territorio orvietano, sferzando la capacità di spesa delle famiglie e i progetti imprenditoriali.

Il governo di centro-destra ha aggravato le criticità esistenti e, talora, ha accelerato la caduta verso il basso di qualità del lavoro, della competitività e del potere d'acquisto dei salari.  Dopo aver subito il peso della recessione, l'Italia è ferma, paralizzata da una crisi di cui sempre più lontana appare la via d'uscita. Pessimismo e incertezza aumentano nelle famiglie, le nuove generazioni rischiano di diventare le vittime di una generale sfiducia.  

La situazione non può essere affrontata con scorciatoie o, peggio, con interventi di "programmazione creativa".  Bisogna rilanciare il metodo della concertazione per coinvolgere, nell'elaborazione di un grande piano di rilancio dell'economia le forze produttive, sociali, imprenditoriali, dei servizi, del credito e del terzo settore. E questo è anche il metodo con il quale i democratici di sinistra  intendono costruire un nuovo programma di sviluppo e di innovazione dell'area locale.

 I punti focali del "cantiere di programma e di sviluppo" dell'Orvietano possono essere così riassunti:

 a)      rafforzamento del settore manifatturiero attraverso l'adeguamento delle reti infrastrutturali e con l'innesco di processi di innovazione e infrastrutturazione tecnologica; 

b)      potenziamento delle aree industriali e artigianali e conseguente sviluppo delle reti viarie;

c)      sviluppo di servizi reali e di qualità alle imprese (anche al fine di sostenere progetti di internazionalizzazione);

d)      formazione continua e permanente, strutturata secondo diversi livelli (da quella professionale all'universitaria) e legata ai profili professionali necessari alle attività produttive;

e)      pieno sostegno alla filiera Turismo-Ambiente-Cultura in una prospettiva di stretta integrazione tra i diversi comparti. Sia per orientare i processi di adeguamento delle aziende agricole alla nuova PAC (Politica Agricola Comunitaria) sia per valorizzare i centri storici, le culture e le specificità locali (agricole, zootecniche, artigianali, culturali, ambientale);

f)        sostegno alle aziende agricole attraverso la creazione di un Marchio d'Area per i prodotti di qualità e la diversificazione produttiva a cui collegare la produzione di energia da fonti rinnovabili (biomasse, eolico, solare, ecc.);

g)      priorità accordata al principio-guida della sostenibilità ecologica nella valutazione dei progetti di sviluppo territoriale;

 Tali orientamenti  di indirizzo trovano adeguata formulazione soltanto all'interno di  politiche di area vasta tali da superare le difficoltà inerenti il gap della "piccola dimensione". Una scelta strategica quindi "imposta" dall'esigenza di poter lavorare su una consistente massa critica e quindi promuovere aggregati capaci di economie di scala competitive.

 In questo senso, il "Nuovo patto" intende inaugurare una nuova stagione di rapporti istituzionali che riconoscano, anche attraverso adeguate misure, l'Orvietano quale campo di innovazione e di sperimentazione economica e sociale".

 

 

Pubblicato il: 19/09/2005

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