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Ospedale. la riorganizzazione non va

Gianni Mencarelli, coordinatore del Tribunale del malato, interviene sul tema "caldo" della nuova organizzazione del servizio sanitario. Si aggiunge al "no" dei sindaci dell'Orvietano

foto di copertina

di Gianni Pietro Mencarelli

L'Ospedale di Orvieto, aperto il 16 novembre 2000, ha presentato notevoli problemi fin dall'apertura per deficienze strutturali ed impiantistiche,non essendo completamente funzionale alle esigenze dei reparti.

Dopo una prima fase di assestamento e di avvio delle attività ospedaliere che hanno comportato disagi e un notevole impegno economico, si è passati ad una diversa definizione degli spazi interni , a migliorare il confort  alberghiero ed a insediare nuovi servizi,  tutto ciò grazie allo spirito di sacrificio ed all'impegno del personale, inadeguato   numericamente alle esigenze della nuova struttura, ma fortemente motivato.

 Oggi qualsiasi proposta di riorganizzazione deve in prima istanza tener presente che si deve infondere un nuovo clima di fiducia tra gli operatori,con provvedimenti che ne valorizzino le professionalità , ma soprattutto con l'adeguamento degli organici per dare quelle risposte quanti-qualitative che gli utenti si aspettano, essendo essi i primi ad avvertire il disagio delle carenze. Non sarebbe utile almeno in questa fase l'istituzione di una nuova Unità Operativa di Medicina- D'urgenza, in quando si andrebbe a sovrapporre  ai precipui compiti del Pronto Soccorso del Dipartimento di Accettazione e delle  Astanterie, queste ultime  deputate a gestire temporaneamente un paziente prima di destinarlo a ricovero o addirittura indirizzarlo  a soluzioni più consone allo stato di salute.

" Pronto soccorso come Porta d'ingresso dell'Ospedale, per la restante organizzazione dipartimentale".

 Sebbene si comprenda la motivazione di ridurre i ricoveri impropri,  necessita ricordare che in assenza di strutture territoriali alternative , gli utenti  soprattutto della fascia anziana , sono spesso trasferiti in altre presidi Ospedalieri della stessa azienda o altrove, con gravi disagi  anche per i famigliari. L'esiguità dei posti letto disponibili, che dovranno ancora ridursi,  non risponde a pieno alle aspettative che si erano create.  Sarebbe auspicabile quindi per quanto detto in premessa, un potenziamento degli organici soprattutto di personale medico e sanitario, il reintegro  dei primari  mantenendo i posti esistenti, per rispondere al meglio a quelle che sono le prerogative di un Ospedale di Emergenza- Urgenza dove è prevista una turnazione H 24 in Medicina, in Chirurgia, nei Laboratori e nelle Radiologie, servizi questi ultimi carenti rispetto agli strumenti tecnologici in dotazione.(tempi d'attesa lunghi - diagnosi non rapide)  Un altro punto critico, è rappresentato dalla Day-Surgery, che di recente è stata portata a completamento strutturale per poter funzionare al meglio nella sua collocazione attuale, dove insieme ad altri servizi potrebbe, se messa in condizione di garantire qualche pernottamento, rappresentare la vera novità l'Ospedale di Orvieto , che  potrebbe così allinearsi alle direttive regionali e nazionali;( In un ospedale a struttura verticale non è auspicabile una collocazione su più piani o addirittura in promiscuità con altri reparti).

 Sbagliato secondo noi sarebbe cancellare gli attuali dieci posti di Geriatria che rappresentano l'unica certezza sino ad ora per un ricovero in lungo-degenza  degli anziani, in una situazione di deficit di strutture alternative  del comprensorio orvietano.  (La RSA deve trovare collocazione in strutture territoriali adeguate)

Si evidenzia inoltre  che l'abolizione di n. 4 posti letto in Cardiologia nella così detta UTC produrrebbe notevoli disservizi peri pazienti di una certa gravità,  che seppure trasferiti  presso la Terapia Intensiva,  per carenze di personale  e problemi di logistica, potrebbero risentirne nella qualità dell'assistenza.

Nulla  da dire per la creazione di un servizio di Fisioterapia Intensiva, fatta la dovuta  chiarezza sugli organici, sui compiti  e responsabilità. In ultimo, si sottolinea che uno dei grandi problemi senza proposte è  rappresentato dalle carenze del sistema informativo, del servizio di accoglienza, informazione e risposte telefoniche rapide( problema già sollevato nel consiglio comunale aperto). Per il Tribunale dei malati la motivazione per una riorganizzazione  dell'Ospedale è possibile partendo da un progetto integrato con il Territorio, partecipato e condiviso, anche per stabilire priorità, destinazione di risorse economiche  ed umane.  

Pubblicato il: 19/09/2005

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