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CGIL. Così l'ospedale non può funzionare

Il documento che esprime tutte le perplessità sul modello organizzativo verso cui si sta avviando l'Amministrazione dell'ente...

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ORVIETO - Non passa sotto la lente di Cgil e Funzione pubblica provinciale il modello riorganizzativo del Santa Maria della Stella: molte le preoccupazioni e le perplessità avanzate nel documento a firma congiunta presentato ieri.

Eccolo proposto integralmente:

La funzione pubblica provinciale di Terni e la Camera del Lavoro di Orvieto esprimono forti preoccupazioni per la situazione e il clima del presidio Ospedaliero di Orvieto che peggiora giorno dopo giorno. Liste di attesa lunghe, carenza di personale insostenibile fanno da cornice ad una discussione rispetto ad una presunta riorganizzazione che dovrebbe rivoluzionare la sanità orvietana. Qualche dubbio inevitabilmente matura.

Noi crediamo che la discussione sulla riorganizzazione del suddetto presidio non possa essere effettuata in maniera isolata rispetto al quadro complessivo del contesto sanitario territoriale della provincia. Le vere domande che bisognerebbe porsi secondo noi sono. Quale dovrà essere il futuro della realtà ospedaliera di Orvieto all'interno della Asl 4? Come dovrà integrarsi con gli altri presidi ospedalieri? Che ruolo avrà rispetto al nuovo presidio di Narni-Amelia? E ancora, quale funzione svolgerà rispetto all'Azienda ospedaliera di Terni? Siamo convinti che, alla luce dell'attuale situazione finanziaria in cui verte il sistema sanitario nazionale e regionale non si può affrontare il terreno di una riorganizzazione senza prendere in esame i quesiti suddetti.

In quest'ottica devono essere considerate le preoccupazioni dei lavoratori e cittadini orvietani che legittimamente nelle proposte di riorganizzazione avanzate dalla direzione generale non hanno colto alcun elemento realmente distinguente questa realtà sanitaria e che giustamente, attraverso questa visione, potrebbe in futuro essere realmente dequalificata. Siamo convinti che la trasformazione debba avvenire necessariamente attraverso l'individuazione di nuovi indirizzi sanitari caratterizzanti questa realtà territoriale in un quadro generale in cui l'insieme delle strutture ospedaliere dell'azienda non rappresentino la somma algebrica di presidi identici bensì il risultato di un sinergismo che veda protagoniste differenti specialità ed indirizzi sanitari e che insieme contribuirebbero a realizzare un quadro di eccellenza. Siamo certi che solo questa impostazione eviterebbe fughe di "cervelli" ma soprattutto di persone costrette a rivolgersi presso altre realtà territoriali (vedasi mobilità passiva).

Le nostre perplessità però non si esauriscono solo con la discussione in merito alla rete ospedaliera ma sono forse ancor più forti se pensiamo all'integrazione tra Ospedale e Territorio che in questa riorganizzazione non viene minimamente trattata salvo per affermare il principio che "ospedale è bello" anche per quelle strutture che storicamente e razionalmente sono territoriali come le Rsa ed Hospice che invece, nel nuovo progetto sembrerebbero incluse all'interno della struttura del presidio. Ma valutando l'ipotesi proposta sorgono forti perplessità anche rispetto al tentativo di implementare la vocazione "dell'emergenza" attraverso la realizzazione della Medicina d'Urgenza che nel principio ci convince ma non l'ipotesi di realizzazione. Crediamo che "emergenza" significhi principalmente riduzione dei tempi di attesa, soprattutto relativamente alla diagnostica per immagini e di laboratorio. A tal proposito dobbiamo registrare che l'ambito specifico sopra descritto, nonostante l'input delle Ooss non è ancora mai stato affrontato rendendo vana ogni ipotesi di cambiamento. Quale potrebbe essere il risultato di una U.O. come la Medicina d'Urgenza, vero e proprio "filtro" per la degenza ordinaria, senza le apposite corsie preferenziali che dovrebbero esserci con i Laboratori o con le Radiologie? Come si renderebbe possibile una riduzione dei tempi di degenza rendendo più efficaci ed efficienti i ricoveri senza modificare l'attuale modello di lavoro in tal senso?

Un ultima riflessione doverosa per le Risorse Umane che in una riorganizzazione non possono essere un optional. La stima della direzione, effettuata per gli Infermieri ed 058 prevedrebbe (in maniera ottimale) solo 9 Infermieri circa in più per la messa in opera del nuovo Presidio. Con qualche ragionevole certezza possiamo affermare che sono insufficienti

Coord. Camera del Lavoro di Orvieto, Rita Paggio

Segretario Provinciale Funzione pubblica-Terni, Vittorio Faichetti Ballerani

    

Pubblicato il: 15/09/2005

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