Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Fausto Ermini: 'Un minimo denominatore comune per la Piave'

Fausto Ermini, capogruppo di Forza Italia, non sarà in Consiglio comunale. Al posto suo una lettera con una proposta.

Economia

di Redazione
Il capogruppo consiliare di Forza Italia non potrà essere in Consiglio domani. Impegni di lavoro lo costringono a dover 'saltare' le sedute infrasettimanali, fino a tutto il maggio prossimo. Ma l'argomento della Caserma Piave viene da lui giudicato estremamente importante e quindi fornisce un suo intervento scritto che poi dirama anche alla stampa. Questo il testo.

di Fausto Ermini
«Una irripetibile occasione per una Città che deve 'volare alto'. Questo può rapprentare oggi la "Piave" per Orvieto. Risposte adeguate all'evento si aspetta l'opinione pubblica non solo locale. Comportamenti prioritariamente responsabili si aspetta la Città dai suoi amministratori, di qualsiasi color politico. Maggioranza e Minoranze hanno compiti, oneri e onori ben definiti. Ma su argomenti di straordinaria importanza come questo, sarebbe necessario mezzo passo indietro da parte di tutti e la ricerca quanto meno di un minimo denominatore comune. Per poi confinare schermaglie tattiche o fini elettorali entro un ambito ragionevolmente più ristretto.
Questo "minimo denominatore comune" potrebbe sintetizzarsi ad esempio in alcuni punti da considerare uno strumento abse di lavoro:

1) Ricerca prioritaria di un'alternativa capace realmente anche oggi di rivitalizzare l'economia cittadina. Questa motivazione fu la base della lungimirante costruzione e del produttivo mantenimento per 70 anni di una struttura in grado di fatturare decine di miliardi annui.

2) Massima pubblicizzazione possibile, in Italia e all'Estero, del particolare complesso immobiliare e di tutto il contesto geografico, storico/artistico e ambientale in cui è eccezionalmente collocato.

3) Prioritaria preferenza per soluzioni capaci obiettivamente di aggiungere al contesto economico locale occasioni e redditi prima inesistenti, anche se questa linea possa comportare maggiori sacrifici pubblici, scelte inizialmente impopolari e tempi meno rapidi.

4) Successivo e subordinato ripiego verso soluzioni solo capaci di spostare una presenza economica già esistente da un luogo all'altro, anche se da tali spostamenti possa comunque derivare ottimizzazione di risorse ed incrementi lievi dell'indotto economico.

5) Prioritaria preferenza per soluzioni in linea, per quanto possibile, con il particolare contesto ambientale, storico e artistico della città e del territorio.

6) Prioritarie preferenze per soluzioni capaci di smembrare meno possibile il valore aggiunto derivante da un complesso da considerare un unicum sotto molti aspetti.

In un momento così delicato non guasterebbe infine un pizzico di umiltà nel percorso di scelta: una dote ancor più preziosa considerando che a tutt'oggi non è ancora visibile quell'idea risolutiva o almeno convincente che si aspetta la città dai propri amministratori».

Pubblicato il: 10/03/2003

Torna alle notizie...