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Bios e Polis. La cultura ai livelli più alti

ORVIETO - Rupe blindata ieri per l'arrivo in serata del vicepremier, Giulio Tremonti, intervenuto alla prima delle due giornate di lavori del VII incontro nazionale di studi delle Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani), in corso di svolgimento, per il terzo anno consecutivo, nella città del Duomo, quest'anno sul tema "Bios & Polis. La vita nuova frontiera della questione sociale". Le due intense giornate di studio dedicate ai temi della biopolitica e ai "rischi della genetica liberale" sono state aperte in mattinata dall'intervento di monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei. Di fronte alle minacce della manipolazione della vita, "urge una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico tra credenti e laici" - ha detto. Serve un "rinnovato dialogo fra cattolici e laici, per assumersi insieme la responsabilità di difendere il volto dell'uomo e la radice della vita". Per Betori - che parla di una "morale comune" fra cattolici e laici - "non si tratta di piegare il pensiero laico alle esigenze devote della fede. Nè di strumentalizzare la fede a un qualsiasi ordine sociale. Il progetto che ci sta di fronte è qualcosa che ci è già dato e costituisce l'ossatura della nostra stessa identità di uomini e di donne". C'è "una morale naturale, entro la quale laici e cattolici possono lavorare per trovare sia comuni principi fondamentali della vita sociale, sia indicazioni operative su temi scottanti". L'esponente della Cei ha citato come esempio il recente referendum sulla fecondazione che "ha visto convergere le ragioni della fede e le ragioni della ragione in un'identità riconoscibile" e ha mostrato "uno scollamento tra visione scientista e relativista". «Si può ipotizzare- ha precisato - un percorso nel quale tornare a pensare e dove le questioni bioetiche vengano coscienziosamente assunte dai politici: non nell'ottica del mero consenso elettorale ma in quello più ampio dell'innegabile responsabilità sul futuro di ogni comunità umana». Nella sessione pomeridiana dei lavori è partita una campagna di sensibilizzazione su quella che viene considerata «la nuova forma di sfruttamento dei paesi poveri», ossia il commercio, la manipolazione e l'alterazione della vita umana attraverso l'utilizzo incontrollato delle biotecnologie. Lo slogan è «Liberiamo il sud del mondo dall'assedio della tecnoscienza». Padrino dell'iniziativa, proposta ad Orvieto, Gerolamo Fazzini, condirettore della rivista missionaria 'Mondo e missione. «Anche in vista della marcia Perugia-Assisi per la giustizia e la pace - ha detto Luigi Bobba, presidente delle Acli - non possiamo tacere questa nuova forma di ingiustizia planetaria. Tra le distorsioni di una globalizzazione non governata, quella relativa al commercio, alla manipolazione, all'alterazione della vita è la più subdola e pericolosa". La giornata di ieri si è conclusa con l'intervento del vicepresidente del consiglio dei ministri, Giulio Tremonti. Mentre per oggi è atteso l'arrivo, nel pomeriggio, del leader dell'Unione, Romano Prodi.

Pubblicato il: 10/09/2005

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